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Il vantaggio competitivo del fornitore conforme: come la NIS 2 premia chi investe in sicurezza



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In un contesto in cui la sicurezza della catena di approvvigionamento è ormai parte integrante della compliance normativa, il fornitore non è più un attore passivo. Ecco come può trasformare gli obblighi in un vantaggio competitivo, adottando standard internazionali, processi strutturati e una governance della sicurezza orientata alla fiducia

Aggiornato il 13 mag 2025

Giuseppe Alverone

Consulente e formatore Privacy. DPO certificato UNI CEI EN 17740:2024

Monica Perego

Consulente, Formatore Privacy & DPO



Il vantaggio competitivo del fornitore conforme: come la NIS 2 premia chi investe in sicurezza

La Direttiva NIS 2 rappresenta un salto di qualità nel quadro normativo europeo della cybersicurezza, poiché introduce obblighi più articolati per un numero significativamente ampliato di soggetti.

Il recepimento in Italia con il D.Lgs. 138/2024 ha confermato un principio ormai chiaro: la sicurezza informatica non può essere circoscritta ai soli soggetti “essenziali” e “importanti”, ma deve estendersi a tutti i livelli della catena di fornitura.

In un contesto in cui la sicurezza della catena di approvvigionamento è ormai parte integrante della compliance normativa, il fornitore non è più un attore passivo. Anzi, è chiamato ad adottare misure concrete di protezione e a documentare le proprie capacità in termini di resilienza nonché a collaborare attivamente con i clienti per garantire la sicurezza dell’intero ecosistema digitale.

Ecco come i fornitori possono trasformare tali obblighi in un vantaggio competitivo, attraverso l’adozione di standard internazionali, processi strutturati e una governance della sicurezza orientata alla fiducia.

Una leva strategica per distinguersi nel mercato

Dopo aver esaminato il tema della supply chain dal punto di vista del committente, concentrandoci sugli strumenti, le clausole contrattuali e le verifiche necessarie per garantire la sicurezza dei propri fornitori, ora spostiamo intenzionalmente il punto di osservazione verso la prospettiva del fornitore.

Questi – pur potenzialmente non rientrando nel perimetro diretto della Direttiva – si trova coinvolto in modo concreto, e spesso stringente, dalle richieste dei propri clienti regolamentati.

Alla luce dell’art. 21 della Direttiva NIS 2 e del corrispondente art. 24 del D.Lgs. 138/2024, i fornitori sono oggi chiamati a dimostrare adeguate misure di sicurezza, capacità di risposta agli incidenti e continuità operativa.

Non si tratta solo di un adempimento, ma di una vera e propria leva strategica per distinguersi nel mercato. Ora vedremo come questa nuova consapevolezza può tradursi in azioni concrete, difendibili e vantaggiose.

Finalità e vantaggi per i fornitori

Lo spirito della NIS 2 non è unicamente punitivo o restrittivo, ma promuove un miglioramento continuo della sicurezza informatica su scala europea.

Per i fornitori, ciò può trasformarsi in un vantaggio competitivo. Infatti, un’azienda che dimostri di possedere solide misure di cyber-protezione, di aggiornare regolarmente le proprie procedure di risk management e di rispondere con efficacia alle richieste dei clienti può differenziarsi in un mercato in cui la fiducia e la resilienza tecnologica diventano fattori sempre più importanti.

L’importanza della catena di approvvigionamento nella NIS 2

La Direttiva NIS 2 e il relativo Decreto di recepimento mettono in luce come la sicurezza non sia un attributo circoscritto alla singola organizzazione, ma debba estendersi all’intera catena di approvvigionamento.

Eventuali vulnerabilità presso un fornitore possono avere impatti devastanti lungo tutta la filiera, compromettendo l’operatività e la reputazione dell’azienda cliente.

Art. 21 della Direttiva e art. 24 del D.Lgs. 138/2024: le implicazioni

L’art. 21 della NIS 2 e il correlato art. 24 del D.Lgs.138/2024 specificano che le organizzazioni che rientrano nel perimetro di applicazione della normativa devono prestare particolare attenzione alla sicurezza dei rapporti con i propri fornitori, siano essi fornitori diretti o fornitori di servizi.

Questo include:

  • valutazioni di rischio periodiche nei confronti dei fornitori;
  • obbligo di adottare misure di sicurezza concordate o imposte contrattualmente;
  • monitoraggio continuo delle performance di sicurezza dei fornitori e degli SLA di servizio.

Nel caso in cui i requisiti non vengano soddisfatti o emerga una situazione di pericolo, le organizzazioni possono adottare misure correttive, che potrebbero spingersi fino alla risoluzione del contratto.

Misure tecniche e organizzative per i fornitori

Per i fornitori, adeguarsi agli standard di sicurezza legati alla NIS 2 significa adottare un sottoinsieme – talvolta più ristretto, talvolta più esteso, a seconda delle richieste contrattuali del cliente – delle misure previste per i soggetti essenziali e importanti.
Vediamo di seguito quali sono le principali aree su cui concentrarsi.

Gap analysis e piano di adeguamento

Un primo passo fondamentale è rappresentato da una gap analysis. Si tratta di un processo volto a confrontare i requisiti di sicurezza richiesti (dal cliente o dalla normativa) con le misure già in essere presso il fornitore.

Questa analisi permette di individuare criticità, definire priorità d’intervento e pianificare le risorse necessarie.

Il processo si sviluppa attraverso:

  • l’identificazione dei requisiti: occorre mappare i requisiti contrattuali e quelli eventualmente derivanti dalla NIS 2;
  • la valutazione dello stato attuale: vanno raccolte evidenze documentali e operative delle misure già adottate;
  • l’individuazione delle lacune: bisogna quindi identificare gli scostamenti rispetto agli standard richiesti;
  • la definizione di un piano di azione: il processo si conclude stabilendo le risorse e i tempi per colmare le lacune individuate.

Standard internazionali per garantire sicurezza e competitività

Per rispondere in modo efficace alle crescenti esigenze di sicurezza espresse dal mercato e per offrire ai clienti garanzie oggettive sul livello di protezione delle informazioni, un’organizzazione può adottare standard internazionali riconosciuti, primo fra tutti la norma ISO/IEC 27001:2022.

Tale norma, insieme alle linee guida della famiglia ISO/IEC 27000, rappresenta un riferimento consolidato per strutturare un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni solido e conforme alle migliori pratiche.

Sistema di gestione della sicurezza delle informazioni (Isms)

Al centro di questo approccio vi è la predisposizione di un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni (I), che consente di affrontare i rischi in modo sistematico, documentabile e misurabile.

Un Isms ben progettato e mantenuto garantisce che le politiche e le misure di sicurezza siano coerenti con gli obiettivi aziendali e che possano essere monitorate nel tempo.

Il modello ciclico Plan–Do–Check–Act (Pdca)

L’intero sistema si fonda sul modello ciclico Plan–Do–Check–Act (Pdca), che promuove un miglioramento continuo: si pianificano le azioni, si implementano, se ne verifica l’efficacia e si interviene per correggere o ottimizzare.

Questa logica ciclica permette all’organizzazione di adattarsi con prontezza all’evoluzione delle minacce, all’aggiornamento dei requisiti normativi e ai cambiamenti del contesto interno ed esterno.

Il ruolo strategico della certificazione ISO/IEC 27001

Oltre alla funzione tecnica e organizzativa, la certificazione ISO/IEC 27001 svolge anche un ruolo strategico. Essa rappresenta un segnale tangibile di affidabilità, rafforza la reputazione aziendale e costituisce un vantaggio competitivo in mercati sempre più sensibili al tema della sicurezza.

Essere certificati significa distinguersi, rafforzare la fiducia di partner e clienti, e presentarsi in modo credibile nei confronti di stakeholder e committenti, anche in contesti di gara.

Monitoraggio degli SLA e Dpi

Con l’avvento della NIS 2, molti clienti potrebbero introdurre Service level agreement (SLA) e Data Protection Index (DPI) più restrittivi, volti a misurare la qualità e la sicurezza dei servizi offerti dal fornitore. In particolare potrebbe essere richiesto di:

  • definire KPI di sicurezza: per valutare e dimostrare la propria resilienza in modo quantitativo;
  • stabilire processi di escalation: nel caso in cui un SLA non venga rispettato, devono essere avviate azioni correttive precise e tempestive eventualmente concordate con il cliente;
  • comunicare e documentare: una reportistica strutturata e periodica rafforza la fiducia del cliente.

Business continuity e gestione degli incidenti

Uno dei pilastri della NIS 2 è l’obbligo di dotarsi di piani di business continuity e di procedure per la gestione degli incidenti in ambito sicurezza.

ISO 22301:2019 e business continuity

La ISO 22301:2019 rappresenta il principale standard internazionale per l’implementazione di un sistema di gestione della continuità operativa.

Occorre evidenziare che anche i fornitori possono trarre vantaggio da questa certificazione, poiché:

  • garantisce resilienza operativa: permette di ridurre il rischio di interruzioni prolungate e di pianificare strategie di ripristino;
  • favorisce la conformità alla NIS 2: molti requisiti di continuità operativa richiesti dalla Direttiva possono essere soddisfatti grazie alle linee guida della ISO 22301;
  • rassicura clienti e stakeholder: dimostra che l’organizzazione è in grado di sostenere i propri servizi anche in situazioni critiche, evitando impatti negativi sulla supply chain del cliente.

Incident management e criteri di gravità

La Direttiva NIS 2 richiede la predisposizione di procedure di incident management che includano:

  • la classificazione degli incidenti: è fondamentale definire i criteri di gravità, in modo da capire immediatamente se un incidente abbia o meno impatto sul perimetro del cliente rientrante nella NIS 2;
  • tempistiche di notifica: i fornitori devono rispettare i tempi contrattualmente definiti per la comunicazione degli incidenti ai propri clienti;
  • un approccio trasparente: una segnalazione tempestiva e una gestione efficace dell’incidente rafforzano la fiducia del cliente e consentono di contenere l’impatto negativo;
  • l’integrazione con i sistemi di ticketing: è utile integrare il flusso di gestione degli incidenti con tool di ticketing o piattaforme di orchestrazione per garantire tracciabilità e reattività.

Audit interni e requisiti contrattuali: uno strumento di miglioramento continuo

Per assicurare il mantenimento delle misure di sicurezza e della conformità alle richieste dei clienti, i fornitori dovrebbero svolgere regolarmente audit interni.

Questi controlli dovrebbero estendersi non soltanto alle misure tecniche e organizzative, ma anche ai requisiti contrattuali.

Il fornitore dovrebbe eseguire sistematicamente:

  • verifiche periodiche: pianificare audit con cadenza regolare per controllare la corretta implementazione di politiche e procedure;
  • analisi di non conformità: ogni deviazione dai requisiti contrattuali o dalle best practice deve essere accuratamente documentata e risolta;
  • coinvolgimento del CDS: come previsto per i soggetti direttamente rientranti nel perimetro NIS 2, il Consiglio di Amministrazione (CDA) dovrebbe ricevere aggiornamenti sullo stato di sicurezza e approvare le principali iniziative di miglioramento.

NIS 2, un’opportunità strategica per i fornitori

La Direttiva NIS 2, inizialmente percepita come un ulteriore onere burocratico, offre in realtà un’opportunità strategica per i fornitori che scelgano di elevare i propri standard di sicurezza informatica.

La possibilità di adottare – e di certificarsi secondo – standard internazionali come ISO/IEC 27001 e ISO 22301, di implementare processi di gap analysis, di pianificare la business continuity e di strutturare efficaci procedure di gestione degli incidenti rappresenta, certamente, un valore aggiunto, in grado di accrescere la fiducia dei clienti e di differenziare la propria offerta sul mercato.

In un contesto in cui gli attacchi informatici sono in costante evoluzione, i requisiti della NIS 2 diventano così un potente riferimento verso una sicurezza più matura, collaborativa e condivisa.

Chi investirà per tempo in questa direzione non solo soddisferà le richieste di legge, ma potrà proporsi come fornitore d’eccellenza, capace di offrire un servizio resiliente, affidabile e al passo con le nuove sfide del panorama cyber.

Un’implementazione vincente delle misure che abbiamo proposto si traduce in responsabilità e vantaggio competitivo. I fornitori che colgono il messaggio della NIS 2 e si conformano attivamente, dimostrano di possedere una visione lungimirante, mirata alla protezione delle informazioni dei propri clienti e alla stabilità dei processi di business.

In conclusione, la sicurezza informatica non è più soltanto una necessità, ma diventa il vero e proprio motore della fiducia e della crescita sostenibile all’interno dell’Unione Europea.

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