Il rapporto

Cyber security nella sanità, ecco come impatta sui pazienti quando non c’è

Il Ponemon Institute, con Proofpoint, ha pubblicato un report che fornisce uno scenario degli attacchi cyber che hanno colpito il settore sanitario. Cosa hanno provocato in termini sia di sicurezza dei pazienti e di erogazione delle cure sia dei costi di risposta agli attacchi

Pubblicato il 15 Giu 2023

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant, BCI Cyber Resilience Committee Member, CLUSIT Scientific Committee Member, BeDisruptive Training Center Director, ENIA Comitato Scientifico

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Il Ponemon Institute – in collaborazione con Proofpoint – ha rilasciato, nelle ultime settimane, un report che raccoglie i risultati delle interviste fatte a 641 professionisti IT e di sicurezza IT di organizzazioni sanitarie.

L’impatto della mancata cyber security nel settore sanitario

Secondo quanto si evince dal report, l’89% delle organizzazioni intervistate ha subito un numero medio di 43 attacchi informatici negli ultimi 12 mesi. Inoltre, il costo più alto di un singolo cyber attack, negli ultimi 12 mesi, è compreso tra 10.000 e oltre 25 milioni di dollari.

Ancora, il costo totale medio più alto, per attacco informatico, è stato pari a 4,4 milioni di dollari, inclusivo di tutte le spese dirette di cassa, costi diretti ed indiretti di lavoro, i costi generali e opportunità commerciali perse.

In particolare, è interessante evidenziare che, nella maggior parte dei casi, un cyber attack ha compromesso la produttività delle organizzazioni sanitarie che si è tradotta in un una perdita finanziaria media di 1,1 milioni di dollari.

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Fonte: Cyber Insecurity in Healthcare Report– Ponemon Institute.

Tipologia di cyber attack

Il report analizza i seguenti quattro tipi di attacchi informatici ed il relativo impatto sulle organizzazioni sanitarie in termini di sicurezza dei pazienti ed erogazione di cure.

  1. Compromissione del cloud – Il 65% degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni sono vulnerabili a una compromissione del cloud. Inoltre, un altro 54% rivela che, negli ultimi due anni, le proprie organizzazioni hanno subito almeno una compromissione del cloud.
  2. Ransomware – Il 72% degli intervistati ritiene le proprie organizzazioni vulnerabili a un attacco ransomware. Inoltre, questa tipologia di attacco preoccupa il 60% degli intervistati, considerando che il 41% di essi, negli ultimi due anni, ha subito una media di tre attacchi di questo tipo.
  3. Attacchi alla Supply chain – Il 71% degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni sono vulnerabili a un attacco alla supply chain ed il 50% rivela di aver subito, negli ultimi due anni, una media di quattro attacchi.
  4. Compromissione delle email aziendali (Business Email Compromise – BEC) /spoofing phishing – Gli attacchi alle email avvengono attraverso una vasta gamma di tattiche tra cui: spoofing, phishing e social engineering. Il 64% degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni sono vulnerabili a un incidente BEC ed il 51% ha dichiarato di aver subito una media di 3,5 attacchi BEC negli ultimi due anni.

Cosa insegnano gli attacchi ransomware all’industria sanitaria

Impatto sulla sicurezza dei pazienti e sull’erogazione delle cure

Il report descrive come gli attacchi informatici hanno impattato sulla sicurezza dei pazienti e sull’erogazione delle cure.

  • Il 70% delle organizzazioni che ha subito un attacco alla propria supply chain ha dovuto interrompere la cura del paziente a fronte di un ritardo delle procedure e dei test diagnostici che hanno comportato:
    • Aumento della gravità delle malattie (54 % degli intervistati).
    • Maggiore durata della degenza presso la struttura (51 % degli intervistati).
    • Aumento del tasso di mortalità (23% degli intervistati).
  • Il 67% degli intervistati – a fronte di un attacco BEC e/o un attacco ransomware – ha subito un’interruzione delle cure ai pazienti. Inoltre, gli incidenti BEC (21% degli intervistati) e gli attacchi ransomware (24% degli intervistati) hanno causato un aumento del tasso di mortalità.

Ancora, il 64% delle organizzazioni che ha subito un attacco ransomware ha registrato ritardi nelle procedure e nei test diagnostici che hanno portato a risultati scadenti. Inoltre, 59% di esse hanno dovuto prolungare la durata del ricovero, con impatti notevoli sulla gestione delle risorse e strutture.

  • Il 67% degli intervistati ritiene che le tecnologie cloud, mobile, big data e IoT aumentano i rischi per le informazioni e la sicurezza dei pazienti.

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Fonte: Cyber Insecurity in Healthcare Report– Ponemon Institute.

AAA presa di consapevolezza cercasi

Il Ponemon Institute report evidenzia la presa di consapevolezza dei punti di cedimento del settore sanitario. Ovvero:

  • I dispositivi medici non sicuri e le app mobili sono considerati tra le principali cause dei problemi di cybersecurity nel settore sanitario – Le organizzazioni sanitarie, in media, hanno più di 26.000 dispositivi connessi alla rete. Il 64% degli intervistati afferma di essere preoccupato per la sicurezza dei dispositivi medici, mentre un altro 59 % afferma di essere preoccupato per le app mobili non sicure.

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Fonte: Cyber Insecurity in Healthcare Report– Ponemon Institute.

  • Le organizzazioni utilizzano una combinazione di approcci in termini di gestione degli accessi e delle identità a livello di cloud. Il 60% degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni utilizzano una combinazione di soluzioni, tra cui: interfacce di gestione delle identità separate per gli ambienti cloud e locali; interfaccia di gestione delle identità unificata per ambienti cloud e locali; distribuzione di Single Sign-On.

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Fonte: Cyber Insecurity in Healthcare Report– Ponemon Institute.

  • La mancanza di una cultura della cybersecurity mette a rischio le organizzazioni sanitarie e i pazienti – Mentre i dispositivi medici non sicuri sono considerati la principale minaccia alla sicurezza informatica, solo circa il 51% degli intervistati afferma che la propria organizzazione considera la prevenzione e la risposta a un attacco a questi dispositivi come parte della propria strategia di cybersecurity. Inoltre, meno della metà degli intervistati afferma di aver documentato le misure per prevenire e per rispondere a un attacco BEC (48% degli intervistati) e/o attacchi alla supply chain (44% degli intervistati). La maggior parte delle organizzazioni si concentra sulle misure per prevenire e per rispondere alle compromissioni del cloud (63% degli intervistati) e/o agli attacchi ransomware (62% degli intervistati).

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Fonte: Cyber Insecurity in Healthcare Report– Ponemon Institute.

  • La mancanza di competenze interne, di personale e di collaborazione con altre funzioni costituiscono le principali sfide in termini di cyber security – Il 53% degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni non dispongono di competenze tecniche interne e un altro 46% afferma di non avere personale sufficiente. Inoltre, secondo il 50% degli intervistati, la mancanza di un approccio sinergico e di collaborazione tra l’IT e le altre funzioni influisce negativamente sull’efficacia della strategia di cyber security.

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Fonte: Cyber Insecurity in Healthcare Report– Ponemon Institute.

  • Garantire la sicurezza senza diminuire la produttività: fattore essenziale per la strategia di cyber security delle organizzazioni sanitarie – È fondamentale per le organizzazioni sanitarie avere una forza lavoro produttiva e, al tempo stesso, proteggere efficacemente le informazioni altamente sensibili e riservate dei pazienti. La perdita di produttività – come già evidenziato – si traduce in un costo più elevato quando si risponde a un attacco informatico. Inoltre, il report rivela che, per proteggere gli utenti più a rischio – senza ridurre la produttività degli altri utenti – le organizzazioni sanitarie attuano le seguenti misure:
    • Controlli di accesso adattivi (79% degli intervistati).
    • Controlli di autenticazione avanzati prima di accedere ai dati e alle applicazioni nel cloud (78% degli intervistati).
    • Gestione delle identità in conformità agli standard (74% degli intervistati).
  • I programmi di formazione e di sensibilizzazione, unitamente al monitoraggio dei dipendenti, costituiscono le principali strategie per ridurre il rischio interno – I dipendenti negligenti rappresentano un rischio significativo per le organizzazioni sanitarie. Il 59% degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni adottano misure per gestire la inadeguata consapevolezza dei rischi cyber da parte dei dipendenti. Inoltre, il 63% afferma di svolgere regolarmente programmi di formazione e sensibilizzazione.
  • Il 60% degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni utilizzano la threat intelligence come parte della propria strategia di cyber security – Le tipologie di threat intelligence comunemente utilizzate dagli intervistati sono: il traffico di rete (57% degli intervistati), il traffico firewall/IPS (53% degli intervistati), i dati del dark web (46% degli intervistati) e il comportamento degli utenti (44% degli intervistati).)

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Fonte: Cyber Insecurity in Healthcare Report– Ponemon Institute.

Conclusione

La cyber security, come si evince dal Ponemon Institute report, è un’esigenza strategica per tutte le organizzazioni del settore sanitario e non può essere ulteriormente procrastinata. Essa consiste in una serie di azioni per :salvaguardare le organizzazioni da attacchi informatici interni ed esterni; garantire la disponibilità di servizi medici; mantenere la riservatezza; assicurare il corretto funzionamento dei sistemi, delle apparecchiature mediche e l’integrità dei dati dei pazienti; rispettare le normative del settore.

Si raccomanda di evitare di considerare la cyber security come un problema puramente tecnico che solo i reparti IT possono affrontare dato che la sicurezza e la gestione del rischio è responsabilità di tutti e nessuno può essere lasciato indietro.

Oggigiorno è quanto mai necessario incorporare la cultura della cyber security in tutta l’organizzazione, nella gestione del rischio, nella governance e nelle strutture di continuità aziendale delle strutture sanitarie, quale priorità strategica assoluta per la sicurezza dei pazienti e la continuità delle cure.

Ovvero, si tratta di implementare i principi di risk management, business continuity e cyber security al fine di migliorare le conoscenze del contesto in cui ci si trova ad operare e dotare delle competenze necessarie tutto il personale per essere in grado di affrontare le sfide contingenti e future e garantire la cyber resilience.

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