Lo scorso primo aprile è stata pubblicata la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni su ProtectEU: strategia europea di sicurezza interna.
Obiettivo è creare un “approccio europeo unitario alla difesa della sicurezza interna”. Ecco in cosa consiste.
Indice degli argomenti
La nuova strategia di sicurezza interna Ue
La Commissione europea ha pubblicato la comunicazione al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni riguardante la strategia di sicurezza interna allo scopo di creare un’Unione sicura in ogni ambito.
ProtectEU è la nuova iniziativa della Commissione per una difesa interna alle minacce dei giorni nostri e future sempre più efficace.
Resilienza e capacità di prevenire e gestire le situazioni di crisi per una risposta più rapida e adeguata richiedono strumenti giuridici più incisivi e una maggiore cooperazione e condivisione delle informazioni. Ed è proprio su questi aspetti su cui sta lavorando l’Europa.
Come si legge nelle prime pagine del documento del primo aprile, “questa strategia è guidata da tre principi e si fonda su un elemento essenziale: il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali”.
Innanzitutto, è necessario un cambiamento culturale in ambito sicurezza, che consiste in un approccio “integrato e multilaterale” che coinvolga l’intera società, dalle realtà pubbliche a quelle private, dal mondo accademico e della ricerca ai cittadini.
Inoltre, “occorre integrare le considerazioni relative alla sicurezza in tutta la legislazione, le politiche e i programmi dell’Unione, compresa l’azione esterna dell’UE.
Sarà necessario elaborare, rivedere e attuare legislazione, politiche e programmi alla luce di una prospettiva di sicurezza, assicurando che non siano trascurate le necessarie considerazioni in materia di sicurezza in modo da promuovere un approccio coerente e globale alla sicurezza stessa”.
Infine, bisognerà investire in maniera ingente per accrescere la spesa pubblica per la sicurezza e sostenere la ricerca.
L’approccio multirischio di ProtectEU
ProtectEu integra la strategia europea per l’Unione della preparazione, che prevede un approccio multirischio integrato per essere pronti ad affrontare ogni situazione di crisi, che sia provocata dall’uomo o di derivazione naturale, e il Libro bianco sulla prontezza alla difesa europea per il 2030, mirato allo scoraggiamento degli avversari con il rafforzamento delle capacità di difesa dell’Unione europea.
Verrà anche proposto uno scudo europeo per la democrazia per potenziare la resilienza democratica nell’Unione.
Le minacce di oggi
Nel documento della Commissione si presenta un quadro delle minacce che oggi l’Unione europea si trova ad affrontare e che minano la sicurezza interna ed esterna.
Dalla campagna ibrida online e offline portata avanti dalla Russia contro l’Unione e i suoi partner per colpire la coesione sociale e i processi democratici, così come per indebolire il sostegno europeo all’Ucraina, alle minacce dei Paesi stranieri ostili e dagli attori sponsorizzati da nazioni contro le infrastrutture critiche e le catene di approvvigionamento dell’Unione per impossessarsi dei dati sensibili e assumere una posizione più dominante.
In questo senso, la dipendenza da paesi terzi per le catene di approvvigionamento rende l’Unione europea più vulnerabile di fronte alle minacce ibride.
La Commissione parla anche della proliferazione di potenti reti della criminalità organizzata che si infiltrano nell’economia delle società, come evidenziato da Europol: “Quando la criminalità organizzata si radica in una comunità o in un settore economico, la battaglia per eliminarla diventa assai ardua: un terzo delle reti criminali più temibili opera da oltre dieci anni. Queste organizzazioni sfruttano le criptovalute e i sistemi finanziari paralleli per riciclare e occultare i proventi dei loro reati”.
Minaccia terroristica e reclutamento di terroristi
Non manca il riferimento alla minaccia terroristica sull’Europa e al reclutamento di terroristi, favorito dalle crisi regionali che si originano al di fuori dell’Unione e rivolto in particolar modo alle fasce più vulnerabili della società, fomentando anche “impennate di estremismo antisistemico, miranti a travolgere l’ordinamento giuridico democratico”.
Attacchi informatici più strutturati e dannosi
Infine si fa menzione dello sviluppo tecnologico, che se da una parte offre strumenti sempre più performanti ed efficaci per garantire la sicurezza, dall’altro favorisce anche una maggiore diffusione di attacchi informatici più strutturati e dannosi, che vengono realizzati sfruttando le potenzialità di tecnologie come l’intelligenza artificiale.
“La vita è divenuta meno sicura e questa sensazione si diffonde sempre più tra i cittadini europei, la cui percezione della sicurezza nell’UE si è erosa al punto che il 64 percento dei cittadini interrogati sul futuro manifesta preoccupazione per la sicurezza nell’UE.
Anche le imprese sono sempre più preoccupate; la disinformazione volontaria e involontaria, la criminalità, le attività illecite e lo spionaggio informatico figurano tutti fra i dieci rischi più gravi individuati nella “World Economic Forum Global Risks Report 2025“.
La nuova governance
Nella collaborazione ancora più stretta tra Commissione europea, Stati membri e organismi dell’Unione per potenziare la sicurezza interna, sarà fondamentale individuare le implicazioni delle nuove iniziative della Commissione in termini di sicurezza, organizzare incontri periodici del gruppo di progetto, coadiuvati da una collaborazione strategica intersettoriale in tutta la Commissione, presentare le analisi delle minacce a sostegno dei lavori dell’Accademia di sicurezza, portandole poi sui tavoli di discussione per individuare le priorità politiche fondamentali, e stilare relazioni periodiche al Parlamento europeo e al Consiglio per monitorare l’attuazione sistematica delle iniziative fondamentali in materia di sicurezza.
I Paesi membri dovranno coordinarsi con i vari organismi e agenzie europee, in particolare con Eurojust per la cooperazione giudiziaria, Frontex per la protezione delle frontiere ed Enisa per la cyber security.
Nel contrasto alle minacce che oggi caratterizzano il panorama mondiale, si darà particolare attenzione alla protezione dei minori contro la criminalità organizzata, a misure per il tracciamento dei finanziamenti destinati al terrorismo, al controllo sul traffico di armi da fuoco e sulla tratta di esseri umani.
Per quanto riguarda le attività di ricerca e innovazione, si istituirà un hub di innovazione per la sicurezza interna composto dall’unione di un network di laboratori di ricerca e un Campus presso l’Irc, il Centro di ricerca comune della Commissione europea.
ProtectEu, prospettive future
Come conclude la comunicazione della Commissione, non è sufficiente saper affrontare e contrastare le minacce nel momento in cui si manifestano, ma è necessario saperle prevenire.
Pertanto, l’Unione, attraverso questa nuova strategia, deve essere “in grado di anticipare e pianificare le proprie esigenze di sicurezza e provvedervi, in grado di reagire efficacemente alle minacce alla sicurezza interna e di chiamare i responsabili a rispondere delle loro azioni, e che protegge le società e le democrazie che la compongono, aperte, libere e prospere”, come “impresa comune dell’Europa”.