Il governo tedesco ha recentemente annunciato l’intenzione di sviluppare una nuova infrastruttura nazionale per la difesa cibernetica, denominata provvisoriamente Cyber dome.
L’iniziativa, ancora in fase progettuale, mira a rafforzare la resilienza digitale del Paese di fronte a minacce su larga scala e a migliorare il coordinamento tra enti pubblici e strutture strategiche.
L’obiettivo è quello di istituire un sistema centralizzato e automatizzato per la gestione delle emergenze cyber, ispirato concettualmente a modelli di protezione integrata come l’Iron Dome israeliano.
In questo contesto, la Germania ha avviato un dialogo con Israele per esplorare forme di collaborazione tecnica e operativa nel campo della cyber security, con l’intento di valorizzare l’esperienza israeliana nella protezione delle infrastrutture critiche.
Indice degli argomenti
Il progetto Cyber Dome della Germania
Il Cyber Dome tedesco è concepito come un’infrastruttura di difesa cibernetica orientata al potenziamento delle capacità di rilevamento, analisi e risposta agli attacchi informatici.
L’iniziativa è promossa dal Ministero federale dell’Interno, con l’obiettivo di creare un centro operativo nazionale capace di migliorare la cooperazione tra le istituzioni statali e rafforzare la resilienza del Paese di fronte a minacce digitali avanzate.
Sebbene non siano ancora noti i dettagli tecnici o organizzativi del sistema, l’intento dichiarato è quello di sviluppare un modello in grado di aggregare competenze e dati da più fonti, pubbliche e private, per supportare una risposta tempestiva e coordinata agli incidenti cyber.
Tra le caratteristiche tecniche previste vi sono una rete sicura per lo scambio machine-to-machine di indicatori di compromissione (IoC), interfacce standardizzate per il monitoraggio dei sistemi IT pubblici e privati, e un’integrazione nativa con le reti operative (OT) di settori critici come energia, trasporti, sanità e finanza.
L’obiettivo dichiarato è superare la frammentazione attuale della difesa cibernetica tedesca, che si affida a una molteplicità di strumenti e soggetti spesso non pienamente interoperabili.
Il Cyber Dome mira a colmare questo gap con un’infrastruttura unitaria che garantisca interoperabilità, scalabilità e reattività rispetto alle minacce emergenti, incluse quelle derivanti da attori statuali ostili, gruppi APT o campagne di disinformazione su larga scala.
Un centro operativo per gestire le minacce
Tra gli obiettivi delineati dalla proposta del Cyber dome vi è l’istituzione di un centro operativo nazionale per la gestione delle minacce informatiche, in grado di coordinarsi con le strutture esistenti come i CERT regionali e gli enti responsabili della sicurezza interna.
Sebbene non siano ancora noti dettagli organizzativi o istituzionali, il progetto è pensato per rafforzare il coordinamento tra i diversi livelli della governance cyber.
In prospettiva, l’infrastruttura dovrà essere compatibile con i requisiti europei previsti dalla Direttiva NIS 2 e allineata al quadro normativo tedesco, che include l’IT-Sicherheitsgesetz 2.0 (in vigore dal 2021).
Un altro obiettivo dichiarato è agevolare l’adeguamento delle organizzazioni pubbliche e private agli obblighi di segnalazione degli incidenti e alla gestione del rischio cibernetico.
La cooperazione con Israele
Uno degli assi strategici del progetto è il rafforzamento della cooperazione con Israele nel campo della difesa cibernetica, attraverso il coinvolgimento del National cyber directorate (Incd).
La Germania punta a valorizzare l’esperienza israeliana nella protezione delle infrastrutture critiche e nella gestione centralizzata delle minacce digitali, ambiti in cui Israele ha sviluppato approcci avanzati basati su tecnologie predittive, analisi in tempo reale e partenariati pubblico-privati.
Secondo quanto dichiarato dal Ministero dell’Interno tedesco, il know-how maturato da Israele verrà integrato nel disegno tecnico e operativo del Cyber Dome, con l’obiettivo di costruire una capacità nazionale più coordinata, automatizzata e resiliente.
Aspettando la roadmap
Secondo quanto emerso dalle prime dichiarazioni istituzionali, lo sviluppo del progetto Cyber Dome avverrà per fasi, con una possibile sperimentazione iniziale prevista entro i prossimi anni.
Sebbene non sia stata ancora formalizzata una roadmap, l’attenzione si concentrerà probabilmente su ambiti ad alta criticità come l’energia e i trasporti.
In prospettiva, il progetto potrebbe includere misure di trasparenza e accountability, per garantire che le attività di monitoraggio e risposta si svolgano nel rispetto della normativa tedesca sulla protezione dei dati (BDSG) e del GDPR.
Dal punto di vista geopolitico, la nascita di un Cyber Dome europeo in collaborazione con Israele si inserisce in un contesto di crescente competizione strategica nel dominio cibernetico, dove la capacità di difendere e anticipare gli attacchi informatici diventa un elemento di deterrenza e stabilità.
La Germania, con questo progetto, ambisce a rafforzare la propria posizione nel panorama europeo, offrendo un modello che potrebbe essere replicato anche da altri Stati membri o evolversi in una piattaforma continentale interoperabile.
Un framework europeo per la cyber-resilienza in futuro
L’iniziativa tedesca potrebbe inoltre contribuire alla definizione di un framework europeo condiviso per la cyber-resilienza, in coerenza con le linee guida dell’Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza (ENISA) e con le priorità fissate dalla Commissione Europea in materia di sovranità digitale.
La cooperazione con Israele, già partner di altri programmi europei di ricerca e sviluppo nel settore della sicurezza, rappresenta un passaggio significativo nella costruzione di alleanze strategiche transnazionali su un tema che sempre più sfugge ai confini nazionali e che impone logiche di difesa collettiva.
In sintesi, il progetto Cyber dome rappresenta un’evoluzione strutturale della strategia di cyber security tedesca, orientata a una maggiore centralizzazione, automazione e reattività.
La sinergia con Israele ne rafforza le basi operative e consente l’adozione di modelli già testati, mentre la sua architettura modulare ne facilita l’adattabilità futura a scenari in evoluzione.
In un contesto di minacce crescenti e interconnesse, il Cyber dome si propone come una risposta sistemica, multilivello e orientata alla resilienza di lungo periodo.












