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Disinformazione russa: la rilevanza nelle dinamiche geopolitiche



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Varie fonti ufficiali hanno identificato la Federazione Russa come uno degli attori più attivi e strutturati nella promozione e nel finanziamento di campagne di disinformazione e manipolazione dell’informazione in Occidente. Cosa sappiamo e quale strategia ha adottato l’Europa per mitigare i rischi

Pubblicato il 16 mag 2025

Laura Teodonno

Senior Security & Osint Analyst, Hermes Bay

Tommaso Diddi

Analista Hermes Bay



Disinformazione russa: la rilevanza nelle dinamiche geopolitiche

Negli ultimi anni, l’utilizzo sistematico della disinformazione da parte di attori statali ha assunto una rilevanza strategica crescente all’interno delle dinamiche geopolitiche globali.

In particolare, la Federazione Russa è stata identificata da diverse fonti ufficiali come uno degli attori più attivi e strutturati nella promozione e nel finanziamento di campagne di disinformazione e manipolazione dell’informazione in Occidente, mediante un articolato ecosistema digitale composto da portali, social network, canali televisivi e piattaforme satellite.

Il fine è destabilizzare il dibattito democratico interno ai Paesi europei, amplificare le fratture sociali esistenti, influenzare indirettamente le tornate elettorali e delegittimare il sostegno occidentale all’Ucraina e ad altri scenari geopolitici critici.

La disinformazione russa

Secondo dati aggregati dalle principali istituzioni di sicurezza e intelligence europee, la Russia investirebbe fino a 2 miliardi di dollari l’anno in attività di propaganda e disinformazione, spesso orchestrate in modo ibrido, con sovrapposizioni tra strutture statali, para-statali e gruppi privati legati al Cremlino.

La spesa include fondi destinati sia ai media ufficiali come RT (Russia Today) e Sputnik, sia a portali apparentemente indipendenti o anonimi, che fungono da moltiplicatori virali di contenuti a orientamento filorusso.

Una porzione significativa di queste risorse è destinata a strategie digitali scalabili e resilienti, con l’impiego di tecnologie di automazione, intelligenza artificiale, botnet e social engineering per l’amplificazione dei messaggi.

Rapporto Portal Kombat: ecco le tecniche della disinformazione russa

La macchina propagandistica russa si fonda su una struttura digitale estremamente frammentata ma interconnessa.

Il rapporto “Portal Kombat” dell’European Digital Media Observatory (Edmo) ha evidenziato che, solo nel contesto delle prossime elezioni europee, sono stati mappati almeno 193 portali coinvolti in operazioni coordinate di disinformazione con origine o affiliazione russa.

Questi siti presentano caratteristiche comuni: narrativa polarizzante, contenuti anti-NATO, anti-Ucraina e anti-USA, e un orientamento complottista o antisistema. Alcuni di essi si presentano come blog, altri come testate giornalistiche locali, con domini e hosting registrati in giurisdizioni poco trasparenti o protetti da servizi di anonimizzazione.

Cloaking e Seo poisoning

L’infrastruttura digitale che sorregge tale rete sfrutta tecniche avanzate di cloaking e Seo poisoning per migliorare l’indicizzazione nei motori di ricerca e aggirare i sistemi di moderazione automatica delle piattaforme social.

Vengono frequentemente impiegati Cms open-source modificati con script che consentono l’auto-pubblicazione cross-platform, la manipolazione dei metadati e la programmazione di pubblicazioni in orari ottimizzati per massimizzare l’engagement.

Inoltre, sono stati documentati casi di campagne coordinate che sfruttano l’analisi predittiva dei trend per intervenire tempestivamente su argomenti divisivi, attraverso cluster di profili falsi o automatizzati (botnet) in grado di generare una falsa percezione di consenso o dibattito.

Profilazione comportamentale degli algoritmi di targeting pubblicitario

Uno degli elementi di maggiore criticità rilevati riguarda l’interazione tra le campagne di disinformazione e le vulnerabilità insite nelle piattaforme di advertising digitale.

Gli algoritmi di targeting pubblicitario basati su profilazione comportamentale possono essere sfruttati per veicolare contenuti manipolatori verso gruppi sociali specifici, attraverso campagne con budget ridotti ma ad altissima efficienza.

Il ruolo del social engineering

L’elemento tecnologico si integra con un’intensa attività di social engineering, in cui la psicologia sociale permette di amplificare l’efficacia dei contenuti. Le narrative proposte fanno leva su sfiducia istituzionale, indignazione morale e ansia economica, generando spesso dinamiche virali attraverso la polarizzazione dei commenti e l’attivazione di echo chamber digitali.

Questo approccio è particolarmente efficace in contesti politicamente frammentati o in prossimità di scadenze elettorali, dove anche piccoli spostamenti nell’opinione pubblica possono determinare significativi impatti sistemici.

Le infrastrutture di dominio

L’analisi delle infrastrutture di dominio associate ai portali elencati in “Portal Kombat” rivela una forte incidenza di registrazioni presso provider esteri localizzati in Paesi terzi non cooperanti o scarsamente regolamentati.

I servizi di protezione della privacy, la presenza di server virtuali offshore e la rotazione periodica degli IP rendono complessa l’attribuzione diretta, sebbene le strutture reticolari delle connessioni tra portali e fonti social evidenzino pattern riconoscibili che ne facilitano la mappatura.

La resilienza dell’ecosistema digitale disinformativo

Non meno rilevante è la questione della resilienza dell’ecosistema digitale disinformativo.

Laddove un portale subisce un blocco o la deindicizzazione, ne emergono rapidamente altri con struttura e contenuti analoghi, spesso clonati o riadattati. Questa resilienza è garantita da strumenti come CDN (Content Delivery Network) con failover automatico, mirror server distribuiti e tecniche di offuscamento del traffico tramite VPN e proxy chain.

Inoltre, i contenuti sono frequentemente replicati su piattaforme decentralizzate o meno monitorate, come forum, canali Telegram o reti peer-to-peer.

L’amplificazione dei contenuti

Il problema non si limita però alla sola produzione di contenuti: grande attenzione è da rivolgere anche alla loro amplificazione. A tale scopo, si utilizzano network artificiali di engagement (engagement farming) e campagne di influencer marketing occulto, in cui micro-influencer ricevono incentivi per diffondere specifici messaggi senza rendere trasparente la sponsorizzazione.

In alcuni casi, si sono identificate reti di “attivisti digitali” connessi a think tank o fondazioni finanziate indirettamente da attori statali stranieri.

La capacità di rilevamento automatico delle campagne di disinformazione russa

Sul piano tecnico, è urgente rafforzare le capacità di detection automatica delle campagne di manipolazione dell’informazione.

Tecnologie come il machine learning supervisionato, il natural language processing e le tecniche di graph analysis possono contribuire alla costruzione di modelli predittivi per il rilevamento tempestivo di anomalie semantiche, picchi anomali di engagement o propagazione coordinata.

Tuttavia, il fattore umano resta centrale: l’analisi OSINT condotta da team specializzati, incrociata con i dati machine-generated, permette di validare le correlazioni e attribuire con maggiore confidenza le responsabilità.

La strategia efficace europea

Occorre evidenziare come l’approccio multilivello adottato dalle istituzioni europee, in particolare tramite l’EU DisinfoLab, l’Edmo e l’EEAS (European External Action Service), stia cominciando a produrre risultati concreti in termini di visibilità e contenimento.

Una strategia efficace richiede un’integrazione strutturata tra policy europee, cooperazione internazionale, strumenti di contrasto tecnologico e alfabetizzazione digitale dei cittadini, da considerare parte integrante della resilienza cyber dell’intero spazio informativo europeo.

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