La Banca Centrale Europea ha recentemente pubblicato, all’interno del proprio Economic Bulletin, un articolo in cui si sottolinea come il contante possa svolgere un ruolo di “spare tyre” nei momenti di crisi, richiamando le raccomandazioni già formulate da diverse autorità nazionali europee, in merito all’opportunità di mantenere in casa una piccola riserva di banconote sufficiente a coprire i bisogni essenziali per almeno 72 ore.
Non si tratta di un atto prescrittivo della BCE, bensì di un’analisi che riconosce la possibilità concreta che i sistemi digitali di pagamento possano subire interruzioni.
La soglia temporale delle 72 ore non è una decisione dell’Eurosistema, ma riprende linee guida diffuse, tra gli altgri, da Paesi Bassi, Austria e Finlandia.
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Interruzioni pagamenti digitali: il ruolo di “spare tyre” del contante nei momenti di crisi
L’instabilità sistemica si verifica quando un evento localizzato produce conseguenze che si propagano rapidamente in più settori, compromettendo la continuità dei servizi fondamentali.
Nella dimensione cyber questo rischio si manifesta quando attacchi informatici colpiscono infrastrutture finanziarie, reti energetiche o sistemi di telecomunicazione in maniera tale da generare un effetto domino.
Non si tratta quindi di guasti ordinari, ma di interruzioni che possono paralizzare la capacità di un’intera società di svolgere attività di base come pagare beni e servizi, comunicare o accedere a risorse essenziali.
Settore finanziario nel mirino degli attacchi informatici
La dipendenza crescente dalle piattaforme digitali amplifica questa vulnerabilità. Le banche e i fornitori di servizi di pagamento si appoggiano a infrastrutture cloud, data center distribuiti e reti di autenticazione.
Un’interruzione coordinata, per esempio attraverso attacchi ransomware su larga scala o sabotaggi alla supply chain software, potrebbe bloccare terminali di pagamento, applicazioni bancarie e sportelli automatici.
Non occorre immaginare scenari catastrofici: anche una semplice impossibilità di accedere ai conti correnti per alcune ore, in un contesto di incertezza, sarebbe sufficiente a innescare fenomeni di panico finanziario.
L’anello critico dell’alimentazione elettrica
La componente energetica costituisce un ulteriore anello critico. Senza alimentazione elettrica, i sistemi digitali di pagamento non sono in grado di operare, indipendentemente dal loro stato di sicurezza.
Gli attacchi alle reti elettriche hanno mostrato la possibilità concreta che campagne cyber producano blackout di alcune ore e interessino centinaia di migliaia di utenti.
Un’interruzione di questo tipo in un Paese europeo avrebbe conseguenze dirette sulla capacità di effettuare transazioni elettroniche, aggravando lo scenario di crisi.
La supply chain
Il rischio sistemico non è circoscritto al settore finanziario. Le catene di approvvigionamento digitali comprendono fornitori di software di base, società di sicurezza gestita, operatori di telecomunicazioni. La compromissione di uno solo di questi nodi può propagarsi rapidamente.
L’attacco alla società SolarWinds nel 2020, con la diffusione di aggiornamenti malevoli che hanno raggiunto agenzie governative e grandi imprese, ha dimostrato come la supply chain informatica possa diventare veicolo di instabilità.
Se un evento analogo colpisse servizi utilizzati da banche o istituti di pagamento, l’impatto potrebbe tradursi in un’interruzione diffusa delle transazioni.
Bce: la riserva sistemica e la protezione tecnologica
In questo contesto, il riferimento della BCE al contante assume un significato chiaro: la resilienza sistemica non può basarsi unicamente sulla protezione tecnologica.
Anche le misure di continuità operativa devono prevedere soluzioni alternative. Il contante rappresenta la più semplice e immediata forma di ridondanza, indipendente da energia elettrica, connettività o infrastrutture software.
Garantire la possibilità di acquistare beni essenziali in caso di interruzioni digitali costituisce un obiettivo di stabilità macroeconomica.
La scelta delle 72 ore come orizzonte temporale viene richiamata perché già indicata da diverse autorità nazionali come soglia di preparazione domestica. Essa è vista come periodo minimo di autosufficienza domestica in attesa che le istituzioni e le infrastrutture critiche possano intervenire per ristabilire i servizi principali o fornire soluzioni sostitutive.
La riserva di contante domestica viene così intesa come strumento ponte, capace di assorbire l’impatto immediato di una crisi e prevenire reazioni di panico da parte dei cittadini.
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Dal punto di vista cyber, questo approccio si integra con le iniziative già avviate a livello europeo per testare la resilienza dei mercati finanziari.
Attraverso esercitazioni come Tiber-EU vengono simulate campagne di attacco complesse per valutare la capacità di risposta di banche e operatori di mercato.
Gli stress test cyber condotti dalla BCE e dalle autorità nazionali hanno evidenziato l’importanza di rafforzare i meccanismi di risposta tecnica, la
gestione delle dipendenze critiche e la continuità operativa.
L’invito a mantenere contante in casa può quindi essere letto come estensione di queste logiche al livello individuale.
Un ulteriore elemento di rilievo è il legame con la fiducia collettiva. Le crisi sistemiche non si misurano soltanto in termini di interruzione tecnica, ma anche attraverso le reazioni dei cittadini e dei mercati.
Disporre di strumenti alternativi, come il contante, riduce la probabilità di
comportamenti impulsivi – corse agli sportelli, panico finanziario, improvvisi crolli di fiducia – e contribuisce a mantenere la stabilità sociale.
La resilienza materiale e quella psicologica vanno di pari passo, ed entrambe costituiscono fattori centrali nelle strategie europee di preparazione.
Il messaggio centrale è che l’instabilità sistemica non appartiene a scenari ipotetici, ma a un contesto reale in cui minacce cyber, geopolitiche ed energetiche si intrecciano.
La consapevolezza diffusa di tali rischi permette di ridurre l’impatto potenziale e di rafforzare la fiducia nelle istituzioni.
In questo quadro il contante non rappresenta un residuo del passato, ma uno strumento di resilienza in grado di garantire continuità in condizioni straordinarie.










