Il CISO moderno – che sia Security Manager, Chief Information Security Officer, CIO con responsabilità di sicurezza o semplice facente funzione – trascorre le giornate a gestire il rischio di eventi negativi con impatti significativi: gli incidenti di sicurezza.
È una missione che richiede una mappatura costante degli elementi chiave del business ai driver del rischio, in modo da garantire resilienza organizzativa.
La storia di Lockheed Martin nel 2007 illustra drammaticamente le conseguenze del fallimento: hacker infiltrati nei sistemi super protetti rubarono i piani segreti del caccia F-35, terabyte di dati riservati, codici sorgente e specifiche tecniche. All’airshow cinese del 2014 fu presentato il J-31, un aereo stealth impressionantemente simile all’F-35: anni di lavoro e miliardi di ricerca vanificati da un attacco informatico. Inoltre, la Cina risparmiò tempo e investimenti che usò per migliorare ulteriormente il progetto originale.
Ecco, dunque, i dieci driver essenziali per collegare strategia di business e gestione del rischio, trasformando la sicurezza da funzione reattiva a vantaggio competitivo proattivo[1].
Indice degli argomenti
Il CISO: architetto della resilienza organizzativa
Il ruolo del CISO si è evoluto dalla gestione tecnica della sicurezza IT alla gestione strategica del rischio di business. Indipendentemente dal titolo formale – Security Manager, Chief Information Security Officer, CIO con responsabilità di sicurezza o facente funzione – la missione rimane identica: prevenire eventi negativi con impatti significativi sull’organizzazione.
La gestione quotidiana si concentra sulla mappatura degli elementi chiave del business ai driver del rischio, processo fondamentale per garantire resilienza e sicurezza organizzativa, abilitando una migliore preparazione alle sfide future.
I dieci driver per mappare business e rischio
Proviamo, dunque, a individuare quelli che sono i driver utili a mappare gli elementi chiave del business con i rischi a cui è esposto.
Adattamento strategico alle minacce emergenti
Adattare strategia e struttura per affrontare minacce emergenti richiede una mappatura sistematica: la lista degli elementi di business, gli obiettivi strategici, le capacità operative e i rischi da mitigare.
Ad esempio, un’azienda con core business nella produzione di computer deve mappare fornitori strategici, ma anche il rischio di perderli, facendoli combaciare a strategie di mitigazione specifiche.
Governance trasparente e conforme
Garantire buona governance significa stabilire procedure e responsabilità chiare per i dirigenti, assicurando che le decisioni siano prese con criteri trasparenti e conformi alle normative.
Una governance solida diventa la pietra fondante per tutti gli altri driver di gestione del rischio.
Anticipazione proattiva delle minacce
Identificazione precoce dei rischi e capacità di apportare modifiche regolari alle strategie organizzative e ai processi operativi.
Threat modeling e threat intelligence diventano strumenti essenziali per trasformare la sicurezza da reattiva a predittiva.
Cultura positiva della sicurezza
Promuovere la consapevolezza della sicurezza a tutti i livelli e incoraggiare comportamenti sicuri tra i dipendenti.
La cultura diventa il moltiplicatore che trasforma investimenti tecnologici in protezione reale attraverso comportamenti umani allineati.
Decisioni informate dal rischio
Risk-informed decision-making implica l’uso di dati e analisi per guidare le decisioni organizzative, riducendo l’incertezza.
Le decisioni non possono più basarsi su intuizioni e percezioni, ma devono essere supportate da valutazioni quantitative dei rischi.
Digitalizzazione e innovazione controllata
Gestione attenta della trasformazione digitale per ridurre potenziali impatti negativi.
Molte organizzazioni che hanno spostato servizi nel cloud sono tornate sui propri passi (è il cosiddetto fenomeno della “Cloud Repatriation”), dimostrando l’importanza di bilanciare innovazione e controllo.
Resilienza e disponibilità operative
Implementazione di misure che garantiscano continuità delle operazioni in caso di interruzione.
La resilienza diventa capacità di mantenere funzioni critiche anche sotto attacco o durante incident significativi.
Miglioramento continuo sistematico
Identificazione costante di nuove opportunità di miglioramento e implementazione di azioni correttive.
Il Capability Maturity Model fornisce framework strutturato per evoluzione progressiva delle capacità di sicurezza.
Operazioni abilitate dal rischio
Risk-enabled operations significa incorporare l’analisi del rischio in ogni aspetto delle operazioni quotidiane, trasformando la gestione del rischio da funzione separata a componente integrata di ogni processo.
Progetti informati dal rischio
Valutazione e mitigazione dei rischi associati a progetti specifici, garantendo successo complessivo ed evidenziando come i rischi di sicurezza possano determinare il fallimento progettuale.
Il caso Lockheed Martin: lezione da miliardi di dollari
Come dicevamo, nel 2007 la Lockheed Martin – nota azienda statunitense produttrice di armamenti – scoprì che hacker erano riusciti a infiltrarsi nei sistemi super protetti. Gli attaccanti avevano rubato i piani segreti del nuovo caccia F-35, terabyte di dati riservati, codici sorgente e specifiche tecniche.
All’Airshow cinese del 2014 fu presentato il nuovo J-31, un caccia stealth che assomigliava impressionantemente all’F-35. Anni di duro lavoro e miliardi di dollari di ricerca erano stati vanificati da un attacco informatico.
Avendo risparmiato tempo e investimenti attraverso il furto di proprietà intellettuale, la Cina si prese anche il tempo necessario per migliorare ulteriormente il progetto originale, trasformando un furto in vantaggio competitivo permanente.
Implicazioni strategiche per le organizzazioni
Il caso Lockheed Martin dimostra come la proprietà intellettuale rappresenti spesso il vero obiettivo degli attaccanti sofisticati. Non si tratta solo di dati personali o sistemi IT, ma del core business che determina vantaggio competitivo, e che può essere sfruttato o venduto.
Quando la proprietà intellettuale viene rubata, non esiste un RTO (recovery time objective): il danno è permanente e irreversibile. Gli investimenti in ricerca e sviluppo diventano il vantaggio per i competitor che non hanno sostenuto quei tempi e costi.
Progetti strategici richiedono che la security by design sia integrale fin dalle fasi iniziali, non aggiunta a posteriori come un cerotto. I sistemi “super protetti” di Lockheed Martin evidentemente non erano sufficienti contro attaccanti determinati e sofisticati.
Verso una gestione integrata del rischio
La mappatura degli elementi di business ai driver del rischio non è esercizio teorico ma necessità operativa per ogni organizzazione che gestisce asset strategici.
Il CISO deve trasformarsi da responsabile della sicurezza IT a orchestratore della resilienza organizzativa. Solo integrando gestione del rischio in strategia, operazioni e progetti sarà possibile evitare che anni di lavoro e miliardi di investimenti vengano vanificati da un singolo incidente di sicurezza, come accaduto a Lockheed Martin.
[1] Per approfondire i framework di risk management, le metodologie di mappatura business-rischio e gli strumenti per trasformare la gestione del rischio in vantaggio competitivo, il Manuale CISO Security Manager fornisce linee guida operative e case study per ogni driver di gestione del rischio.












