L’annuncio di Meta di voler utilizzare, a partire dalla fine di maggio 2025, i dati personali degli utenti di Facebook e Instagram per l’addestramento dei propri sistemi di intelligenza artificiale rappresenta un punto di svolta nel rapporto tra big tech, utenti e privacy.
Infatti, in un contesto in cui il trattamento dei dati assume nuove finalità rispetto a quelle originarie, si pongono interrogativi fondamentali di tipo giuridico, etico e sociale.
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Il nuovo fronte tra IA e protezione dei dati
La novità riguarda non solo gli utenti attivi delle piattaforme di Meta, ma anche i soggetti non iscritti le cui informazioni possono essere state condivise online da terzi.
Da qui il pronto intervento del Garante per la protezione dei dati personali, che ha richiamato l’attenzione sul diritto di opposizione garantito dal GDPR e sollecitato una riflessione più ampia sull’uso dei dati personali nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Sotto esame sono la finalità del trattamento dei dati personali da parte di Meta AI, la base giuridica e la tutela effettiva dei diritti.
Inoltre, è importante sottolineare che il diritto di opposizione è esercitabile anche nei confronti di altri sistemi di intelligenza artificiale come quelli di OpenAI e Google.
Il legittimo interesse: critiche e controversie
Il trattamento dei dati personali da parte di Meta per l’addestramento dei suoi sistemi di intelligenza artificiale, come il chatbot Meta AI e i modelli linguistici LLaMA, si basa sulla base giuridica del “legittimo interesse” ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 1, lettera f) del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR).
L’indagine del Garante italiano serve a valutare la legittimità di tale trattamento, concentrandosi su aspetti quali la compatibilità tra le finalità originarie della raccolta dei dati e il loro utilizzo per l’addestramento dell’IA, la necessità del trattamento e la proporzionalità rispetto ai diritti degli utenti.
In sintesi, sebbene Meta invochi il legittimo interesse come base giuridica per il trattamento dei dati personali per l’addestramento dell’IA, questa posizione è attualmente oggetto di esame da parte delle autorità competenti, che stanno valutando la sua conformità al GDPR.
Secondo l’opinione del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) adottata il 18 dicembre 2024 , il legittimo interesse può costituire una base giuridica valida per il trattamento dei dati personali nell’ambito dell’addestramento e dell’implementazione di modelli di intelligenza artificiale, a condizione che vengano rispettati i principi fondamentali del GDPR.
Tuttavia, l’EDPB sottolinea che tale base giuridica deve essere utilizzata con cautela e solo in presenza di specifiche condizioni:
- Necessità del trattamento: Il trattamento dei dati deve essere necessario per perseguire l’interesse legittimo del titolare del trattamento, senza che esistano alternative meno invasive.
- Bilanciamento degli interessi: Deve essere effettuata una valutazione che bilanci l’interesse legittimo del titolare con i diritti e le libertà fondamentali degli interessati.
- Trasparenza e informazione: Gli interessati devono essere adeguatamente informati riguardo al trattamento dei loro dati personali, inclusi gli scopi e le modalità del trattamento.
Inoltre, l’EDPB raccomanda l’adozione di misure adeguate a tutelare i diritti degli interessati, come la pseudonimizzazione dei dati e l’implementazione di controlli di accesso rigorosi.
Nonostante la posizione dell’EDPB, l’uso del legittimo interesse come base giuridica per l’addestramento dell’IA è stato oggetto di critiche. Organizzazioni come NOYB (None of Your Business), fondata da Max Schrems, hanno contestato questa pratica, sostenendo che Meta non abbia un interesse legittimo che giustifichi l’uso dei dati personali degli utenti per l’addestramento dell’IA, specialmente in assenza di un consenso esplicito.
Meta e l’uso dei dati personali per addestrare l’IA
Nel caso specifico, come anticipavamo, Meta utilizzerà i contenuti pubblici degli utenti maggiorenni di Facebook e Instagram per addestrare i propri sistemi di intelligenza artificiale, tra cui il chatbot Meta AI e i modelli linguistici come LLaMA.
I dati oggetto di trattamento includeranno post, commenti, didascalie, immagini e interazioni con strumenti IA aziendali, come l’agente conversazionale integrato in WhatsApp.
Un’estensione che, secondo il Garante per la protezione dei dati personali, solleva importanti questioni di legittimità ai sensi del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), in particolare rispetto alla liceità della base giuridica invocata – il legittimo interesse – e alla compatibilità tra le finalità originarie della raccolta e i nuovi utilizzi previsti.
Meta AI, OpenAI, Google: come esercitare il diritto di opposizione
Il GDPR, all’art. 21, riconosce agli interessati il diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali, in particolare quando basato sul legittimo interesse del titolare.
Questo diritto è alla base dell’intervento del Garante, che ha richiamato Meta a garantire una modalità semplice, accessibile e trasparente per esercitarlo.
Gli utenti di Facebook e Instagram possono compilare appositi moduli online per opporsi all’utilizzo dei propri dati a fini di addestramento IA.
Ma la questione più rilevante è che anche i non utenti, le cui informazioni potrebbero essere state condivise da terzi (es. in foto, commenti o tag), hanno diritto di opporsi, tramite un modulo dedicato disponibile senza necessità di login.
Come opporsi al trattamento da parte di Meta
Meta ha predisposto tre moduli distinti per esercitare il diritto di opporsi all’utilizzo dei propri dati personali:
- utenti Facebook: modulo per l’opposizione al trattamento dati;
- utenti Instagram: modulo per l’opposizione al trattamento dati;
- non utenti Meta (ma i cui dati possono essere presenti): modulo per l’opposizione al trattamento dati.
Nel caso di minorenni, i loro dati sono esclusi automaticamente dal trattamento, ma se compaiono in contenuti pubblicati da adulti, i genitori o tutori legali possono usare il modulo per i non utenti per esercitare il diritto di opposizione anche a loro nome.
Se l’opposizione è inviata entro fine maggio, i dati precedentemente pubblicati non saranno utilizzati per l’addestramento dell’IA, mentre se effettuata successivamente, la protezione riguarderà solo i dati futuri.
Come opporsi al trattamento da parte di OpenAI
Anche OpenAI consente di richiedere la rimozione dei dati personali dai suoi modelli di intelligenza artificiale, come ChatGPT. La procedura è attivabile attraverso un modulo disponibile sul sito ufficiale.
Scorrendo la pagina, si trova la sezione Your Privacy Choices/Exercise Your Rights/Request for data removal. In alternativa, si può accedere direttamente al modulo Data Subject Access Request.
È necessario specificare il tipo di dati che si ritiene siano stati usati (nome, immagini, contenuti pubblicati online ecc.) e dimostrare di esserne il titolare. OpenAI valuterà la richiesta in conformità con le normative europee.
Come opporsi al trattamento da parte di Google
Come noto, Google ha da tempo avviato una raccolta di dati pubblici per addestrare i propri modelli di IA, tra cui Gemini (ex Bard). Come con Meta e OpenAI, anche in questo caso il GDPR garantisce il diritto di opposizione.
La procedura da seguire è la richiesta di rimozione di contenuti o risultati da Ricerca Google, accessibile attraverso il modulo per la rimozione di contenuti personali dalla Ricerca Google.
Se invece si vuole richiedere la rimozione di dati personali dall’addestramento dei modelli IA, bisogna passare per la pagina dedicata ai diritti GDPR.
È consigliabile indicare chiaramente che si intende esercitare il diritto di opposizione all’utilizzo dei propri dati personali per l’addestramento dell’intelligenza artificiale, ai sensi dell’articolo 21 del GDPR.
Focus sui minori e sul principio di minimizzazione
Meta ha escluso l’impiego dei dati pubblicati da utenti minorenni. Tuttavia, come sottolineato dallo stesso Garante, non è escluso che dati riferibili a minori (utenti o non utenti) possano essere presenti nei contenuti postati da adulti, ad esempio in foto, commenti o tag.
In tali casi, i soggetti esercenti la responsabilità genitoriale sono invitati a valutare l’opportunità di esercitare il diritto di opposizione per proteggere la privacy dei minori coinvolti.
La Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sancisce che ogni bambino e bambina ha diritto a un ambiente che favorisca la crescita e la protezione, anche nel contesto digitale.
Le tecnologie oggi rappresentano uno strumento fondamentale di comunicazione, apprendimento e interazione sociale per i giovani.
Tuttavia, è essenziale che siano protetti da possibili rischi legati alla condivisione non consapevole dei propri dati, inclusi quelli che possono essere pubblicati da altri utenti, come adulti che postano immagini o contenuti che li ritraggono.
Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che l’esposizione eccessiva alle tecnologie digitali può avere effetti negativi sul benessere dei minori, come sintomi depressivi, ansia e difficoltà scolastiche.
È quindi importante che gli adulti guidino i bambini e adolescenti in un uso responsabile dei dispositivi, favorendo un ambiente sicuro e protetto.
Il tema della protezione dei dati “riflessi”, ossia i dati personali di minori (o di altri soggetti) che possono apparire nei contenuti pubblicati da utenti adulti, continua a essere una questione complessa e non pienamente regolata.
Nonostante il principio di minimizzazione del trattamento sancito dall’articolo 5 del GDPR, la gestione dei dati “riflessi” solleva interrogativi rilevanti, specialmente quando i minori sono coinvolti, anche indirettamente, nelle pubblicazioni altrui.
L’indagine del Garante e il coordinamento europeo
Il Garante italiano ha avviato un’istruttoria formale, in coordinamento con le altre Autorità europee riunite nel Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB), per valutare la legittimità del trattamento prospettato da Meta.
In particolare, l’attenzione si concentra su:
- la compatibilità tra finalità originarie e nuove finalità (addestramento IA);
- la proporzionalità del trattamento rispetto al legittimo interesse invocato;
- l’effettiva fruibilità del diritto di opposizione per tutti i soggetti interessati.
Parallelamente, è stato chiesto a Meta di fornire chiarimenti sull’utilizzo di immagini che potrebbero ritrarre minori, anche qualora pubblicate da terzi.
Più trasparenza e controllo nell’ecosistema IA
Il caso Meta si inserisce in un contesto più ampio, che coinvolge anche altri grandi operatori come OpenAI, Google e DeepSeek, anch’essi soggetti agli obblighi previsti dal GDPR.
L’uso dei dati personali per l’addestramento di modelli IA impone una riflessione urgente su etica, trasparenza e controllo nell’utilizzo di informazioni personali in ambiti innovativi ma ad alto rischio.
La possibilità di esercitare i propri diritti in modo consapevole e tempestivo resta l’argine più efficace contro la profilazione invisibile e la perdita di controllo sui propri dati, in uno scenario dominato da sistemi IA sempre più pervasivi.