“Space economy for real”, ovvero si fa sul serio e l’Italia aggiunge un tassello alla procedura legislativa che le permetterà di dotarsi di una legge italiana sullo spazio. La seduta 441 del 6 marzo ha approvato il disegno di legge sulle disposizioni in materia di economia dello spazio.
Con l’approvazione del DDL alla Camera si rafforza l’intento di “sveltire la pratica” senza dimenticare come sicurezza e resilienza siano requisiti abilitanti e non più di second’ordine.
Analizziamone i punti salienti anche grazie al prezioso commento di Chiara Chiesa, analista e consigliera delegata AIAIG (Associazione Italiana Analisti di Intelligence e Geopolitica).
Indice degli argomenti
Space economy: il contesto che ha generato il DDL
Il testo della prima legge quadro italiana sullo Spazio e sulla space economy (Disposizioni in materia di economia dello spazio, atto camera 2026 presentato dal 10 settembre 2024) punta a chiarire diversi elementi che possono contribuire alle specificità del settore, i cui standard internazionali risalgono principalmente agli Anni 70 e ai trattati internazionali ONU non sempre adattati alla realtà odierna.
Alcuni paesi hanno già adottato normative specifiche e l’Italia, con il documento pubblicato a gennaio 2025 “Indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale”, aveva iniziato fin dal 2019 a ragionare sull’esigenza di interventi che potessero abilitare questo settore industriale, riprendendo poi il tema nel 2023 con una consultazione dei principali stakeholders nazionali e continuando con un processo di raffinamento culminato con l’approvazione al COMINT nella 23ma seduta del 25 novembre 2024.
Quattro sono gli indirizzi del Governo:
- supportare l’ampliamento della conoscenza;
- supportare la crescita e la competitività;
- fornire regole di abilitazione;
- chiarire le modalità di collaborazione internazionale.
Non mancano commenti come quello l’ex Presidente della Agenzia Spaziale italiana Roberto Battiston tesi ad auspicare un ulteriore miglioramento del “quadro giuridico perché sia chiaro e coerente, e per realizzare una legislazione specifica che non lasci incertezze ad investitori privati e istituzioni pubbliche” (fonte: analisi difesa).
Cultura della difesa e sicurezza come fattori imprescindibili
Fin dalla “dichiarazione di intenti” espressa nel documento di indirizzo sulla materia spaziale e aerospaziale, al par 3, si vede un chiaro riferimento alla esigenza di tutelare la difesa e sicurezza “come fattore cruciale per lo sviluppo di ogni ambito inclusa la space economy”.
Le infrastrutture spaziali sono considerate correttamente come infrastrutture critiche da proteggere non solo con il contributo della Difesa italiana e gli organismi per la sicurezza della Repubblica, ma anche con “l’adozione di una strategia di sicurezza che preveda l’implementazione di misure protettive lungo l’intero ciclo di vita dei programmi spaziali, prestando particolare attenzione agli asset nazionali critici assicurando un adeguato livello di protezione e know-how attraverso la tutela delle informazioni classificate e sensibili sviluppate dalla base industriale e tecnologica nazionale anche al fine di consolidare la competitività del sistema Paese”.
Per questo motivo, il disegno di legge ha reso esplicitamente tutti i riferimenti alla tutela della sicurezza della Repubblica e della sicurezza Nazionale, senza dimenticare anche i requisiti tecnici di sicurezza informatica.
In particolare, nel DDL articolo 5 sono descritti i requisiti oggettivi per l’esercizio di attività spaziali, rendendo chiara l’esigenza dell’idoneità tecnica legata a sicurezza e resilienza, come prerequisiti abilitanti a ottenere le autorizzazioni per le attività spaziali svolte sul territorio italiano e per gli operatori nazionali attivi all’estero.
Nel dossier del 28 febbraio 2025 che accompagna il decreto è spiegato, infatti: “l’articolo 5 […] dispone che l’autorizzazione all’esercizio di attività spaziali è subordinata al possesso dei requisiti oggettivi di idoneità tecnica definiti ai sensi dell’articolo 13, nel rispetto dei seguenti principi e criteri: sicurezza delle attività spaziali in tutte le sue fasi (lett. a); resilienza dell’infrastruttura satellitare rispetto ai rischi informatici, fisici e di interferenza (lett. b); sostenibilità ambientale delle attività spaziali (lett. c)”.
Guardando a sicurezza e resilienza, l’articolo 5 disciplina in un unico comma come l’esercizio delle attività spaziali richieda il rispetto di sicurezza delle attività spaziali in un’ottica ampia, tanto da ricomprendere non solo la “progettazione dell’oggetto spaziale e delle relative componenti” ma anche la sicurezza nella “gestione delle attività, prevedendo una specifica analisi degli impatti sulla sicurezza” (inquinamento luminoso, radioelettrico e mitigazione dei detriti e del loro eventuale rientro sicuro e possibilmente controllato).
Il tema della resilienza dell’infrastruttura satellitare è anche trattato legandolo ai rischi informatici, fisici e di interferenza (che sono le tipiche classi di minaccia alle infrastrutture spaziali) e richiede la “capacità di identificare e gestire gli oggetti spaziali, rilevare incidenti, garantire il controllo dei diritti di accesso, assicurare la protezione degli assetti, in particolare con misure di crittografia, backup e patch, test e gestione degli incidenti”.
Misure di sicurezza che, come si legge, sono specificate in modo puntuale senza possibilità di fraintendimento.
L’importanza dell’idoneità tecnica (art. 5), insieme ai requisiti soggettivi generali (art 6) e ai requisiti di obbligo di garanzia assicurativa o altra garanzia finanziaria (art. 21), incide non solo sul rilascio ma anche sul mantenimento della autorizzazione, che può essere sospesa per l’esercizio delle attività spaziali o dichiarata decaduta (anche in caso di sopravvenute ragioni descritte nell’art. 8).
Le procedure autorizzative sono descritte nell’art 7 e disciplinano come l’autorità preposta, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), operi per le autorizzazioni anche se vi sono collaborazioni con diverse altre entità: COMINT ( COMitato INTerministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale), Organismi di informazione per la sicurezza della Repubblica, il dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale.
Naturalmente, sono anche previste sanzioni amministrative e penali e multe per chi non rispetti i requisiti abilitanti o ostacoli i controlli di vigilanza (art. 12).
Altre caratteristiche del decreto a sostegno di una azione di lungo termine
Rispetto agli altri interventi del DDL che rispondono ai i quattro indirizzi strategici vi è la costituzione di un fondo pluriennale per la space economy, per promuovere il settore e farlo crescere sia come tecnologie spaziali e delle infrastrutture, sia per le collaborazioni internazionali; inoltre è prevista la creazione di una piano a cinque anni per l’economia dello spazio (di competenza del COMINT, con ASI e in consultazione con Mimit, Mef e Mur) per analizzare i fabbisogni di questo mercato, favorire eventuali di finanziamento e definire politiche per il supporto di start-up e PMI, ma anche per accrescere competenze e formazione STEM legate a questo settore (fonte: Spaceconomy 360).
Il commento dell’esperta del contesto Spazio
Chiara Chiesa, che attualmente si occupa di analisi per il settore Spazio, guarda al DDL esprimendo un parere positivo e fornendo spunti di miglioramento.
Secondo l’esperta, “l’attuale DDL sembra voglia seguire una certa linea di principio basandosi sulle esigenze degli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030; sotto questo punto di vista sarebbe interessante l’attuazione prevista nel DDL di un riscontro con le aziende del settore, per capire le loro esigenze, considerato che dovrebbero avere la possibilità di inserirsi in un mercato molto competitivo”.
“Di fatto sarebbe deleteria una legge troppo stringente e sanzionatoria che potrebbe mettere in difficoltà le aziende della filiera aerospaziale solitamente bisognose di velocità di esecuzione e snellezza burocratica”, sottolinea Chiara Chiesa
“Potrebbe essere utile” continua ancora l’esperta, “procedere, come sottolineato dagli attori dell’industria statunitense facenti parte del The Satellite Industry Association (tra i quali Amazon, Boeing, Panasonic Avionics Corporation, solo per citarme alcuni), che hanno specificamente richiesto all’amministrazione Trump, con un documento condiviso (pubblicato il 31 gennaio 2025, su “The voice of satellite industry”), che vengano addirittura eliminate regolamentazioni troppo stringenti e controproducenti allo sviluppo innovativo del settore, che comprende asset strategici e di difesa e che invece favorisca produttori e mercato e non burocrati e legiferatori”.
“Auspico una simile riflessione anche in Italia e come metafora di chiusura, penso alla maratoneta messicana Lorena Ramirez che corre con le huaraches e la gonna della sua tribù indigena, che si rifiuta di indossare delle note scarpe da corsa non del suo paese, poiché dice l’atleta ‘quelli che le indossano rimangono indietro’”, conclude l’esperta.