CYBERWARFARE

Crisi Russia-Ucraina, aziende italiane “esposte” a cyber attacchi: i consigli dell’Agenzia cyber

La guerra ibrida in atto tra la Russia e l’Ucraina ha spinto l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) a fornire alcune raccomandazioni utili alle aziende italiane per innalzare i livelli di cyber security delle infrastrutture digitali. Analizziamole nel dettaglio

Pubblicato il 18 Feb 2022

Luisa Franchina

Presidente Associazione Italiana esperti in Infrastrutture Critiche

Pamela Graziani

Analyst Hermes Bay

isaacwiper

L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) ha segnalato che la crisi in Ucraina aumenta “i rischi cibernetici ai quali sono esposte le imprese italiane che intrattengono rapporti con operatori situati in territorio ucraino, derivanti da possibili danni a obiettivi digitali di quel Paese” e ha invitato i soggetti potenzialmente implicati a innalzare i livelli di cyber security delle proprie infrastrutture digitali.

La frizione tra Russia e Ucraina non è un fatto recente, ma viene da una lunga storia di confronto geopolitico, storia che a oggi vede un riemergere di forti tensioni su più fronti, compreso quello cyber.

Più volte l’Ucraina è stata target di attacchi cyber presumibilmente provenienti dalla Russia, fortemente sospettata di esserne il mandante (si pensi, ad esempio, alle elezioni presidenziali del 2014, ai ripetuti attacchi nei confronti dell’infrastruttura elettrica del Paese e al ransomware NotPeya del 2017), e risale allo scorso gennaio l’ultima potente azione offensiva che ha comportato il blocco dei sistemi informativi dell’ex Paese sovietico.

Cosa ci insegna sulla cyber security lo scontro tra Russia e Ucraina

Il ruolo dell’Agenzia cyber a difesa delle aziende italiane

In questo preoccupante scenario, lo scorso 14 febbraio 2022 l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, attraverso CSIRT-Italia (Computer Emergency Response Team-Italia), delegato a organizzare la risposta in caso di cyber incidenti a livello nazionale, ha rilasciato il bollettino “Misure di protezione delle infrastrutture digitali nazionali dai possibili rischi cyber derivanti dalla situazione Ucraina”, in cui si rileva la preoccupazione dell’Agenzia rispetto a un eventuale attacco cibernetico nei confronti del “Paese cuscinetto russo” che potrebbe estendersi ad “effetto domino” verso tutte quelle infrastrutture ICT italiane interconnesse con la dimensione cibernetica ucraina.

Sul bollettino (BL01/220214/CSIRT-ITA), pubblicato nel portale ufficiale di CSIRT-Italia, si legge: “Sebbene al momento non vi siano indicatori in tal senso, si evidenzia il significativo rischio cyber derivante da possibili impatti collaterali a carico di infrastrutture ICT interconnesse con il cyberspazio ucraino, con particolare riferimento ad enti, organizzazioni e aziende che intrattengono rapporti con soggetti ucraini e con i quali siano in essere interconnessioni telematiche (e.g., connessioni B2B, utenze presso reti ucraine e viceversa, condivisione di repository o piattaforme collaborative).

Tali impatti potrebbero derivare dalla natura interconnessa della rete Internet, in quanto azioni malevole, indirizzate verso una parte di essa, possono estendersi ad infrastrutture contigue come dimostrano precedenti infezioni con impatto globale quali ad esempio NotPetya e WannaCry”.

Dunque, l’ACN consiglia vivamente a tutti i soggetti nazionali interessati di adottare, in via prioritaria e in aggiunta alle pratiche in materia di cyber security già regolamentate e vigenti sul territorio italiano, nuove azioni di mitigazione del rischio informativo, distinguendole in: “misure organizzative/procedurali” e “misure tecniche”.

Le misure organizzative e procedurali da adottare

Come riportato sul sito ufficiale di CSIRT-Italia, le “misure organizzative/procedurali” da adottare da parte dei soggetti implicati sono le seguenti:

  1. verifica della consistenza e disponibilità offline dei backup necessari al rispristino in particolare dei servizi di core business;
  2. identificazione dei flussi informativi e delle componenti direttamente interconnesse con partner e/o localizzate presso reti ucraine;
  3. implementazione di una zona demilitarizzata (demilitarized zone – DMZ) per le connettività Business-to-Business (B2B);
  4. identificazione degli asset critici per lo svolgimento delle principali attività (e.g. processi di business);
  5. applicazione del principio di privilegio minimo (least privilege) per i sistemi con relazioni di trust e/o con la possibilità di accesso da remoto;
  6. incremento delle attività di monitoraggio e logging;
  7. aggiornamento dei piani di gestione degli incidenti cyber in base alle eventuali modifiche architetturali introdotte;
  8. creazione, aggiornamento, mantenimento ed esercizio periodico di capacità di incident response, di un piano di continuità operativa e resilienza in caso di perdita di accesso o controllo di un ambiente informatico (IT) e/o operativo (OT);
  9. designazione di un team di risposta alle crisi con i principali punti di contatto, ruoli/responsabilità all’interno dell’organizzazione, inclusi tecnologia, comunicazioni, legal e continuità aziendale;
  10. assicurare la disponibilità del personale chiave, identificare i mezzi necessari a fornire un supporto immediato per la risposta agli incidenti;
  11. esercitare il personale nella risposta agli incidenti informatici assicurandosi che tutti i partecipanti comprendano i loro ruoli e compiti specifici;
  12. prestare particolare attenzione alla protezione degli ambienti cloud prima di trasferire file rilevanti per le attività della propria organizzazione. Inoltre, si raccomanda di utilizzare i controlli di sicurezza resi disponibili dalle piattaforme cloud;
  13. incrementare le attività di info-sharing con le strutture di sicurezza informatica con particolare riferimento al CSIRT-Italia.

Misure tecniche consigliate alle aziende dall’Agenzia Cyber

Per ridurre il rischio di esposizione ad attacchi cyber conseguenti alla guerra ibrida in atto tra Russia e Ucraina, l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ha consigliato alle aziende di adottare, oltre alle misure organizzative e procedurali appena viste, anche le seguenti “misure tecniche”:

  • prioritizzazione delle attività di patching dei sistemi internet-facing;
  • verifica delle interconnessioni tra la rete IT e le reti OT, prediligendo la massima segregazione possibile tra le stesse;
  • monitoraggio degli account di servizio e degli account amministrativi per rilevare eventuali attività anomale;
  • monitoraggio dei Domain Controller, in particolare gli eventi Kerberos TGS (ticket-granting service), al fine di rilevare eventuali attività anomalie;
  • ricerca di processi e/o esecuzione di programmi da linea di comando che potrebbero indicare il dump di credenziali, in particolare monitorando i tentativi di accesso o di copia del file ntds.dit da un Domain Controller;
  • monitoraggio dell’installazione di software di trasferimento file quali FileZilla e rclone, nonché dei processi associati agli strumenti di compressione o archiviazione;
  • monitoraggio del traffico di rete analizzando picchi anomali nella connettività di rete in uscita, in particolare verso destinazioni inusuali quali provider VPS e VPN, nonché la rete TOR;
  • prioritizzazione delle analisi a seguito di individuazione di codice malevolo (es. Cobalt Strike e webshell);
  • assicurarsi che tutti gli accessi remoti richiedano l’autenticazione a più fattori (MFA), in particolare per servizi VPN, portali aziendali rivolti verso l’esterno (extranet) e accesso alla posta elettronica (es. OWA o Exchange Online).

L’ACN, inoltre, aggiunge che le imprese italiane coinvolte ed esposte a rischio informativo possono rivolgersi a CSIRT-Italia attraverso le modalità riportate sul sito ufficiale per acquisire ulteriori informazioni di cui potrebbero necessitare, e che è possibile consultare le raccomandazioni generali diffuse sullo stesso portale.

Conclusioni

Ad ogni modo, i sintomi di quanto la “situazione Ucraina” e le tensioni tra Russia e Occidente siano critiche e potenzialmente impattanti a livello globale, da un punto di vista di cybersecurity, sono visibili anche dallo “stato di allerta” della BCE che negli ultimi tempi ha avvisato le banche europee su potenziali rischi cibernetici, con lo scopo di prepararle a fronteggiare possibili azioni informatiche avverse, qualora “l’escalation delle ostilità” dovesse peggiorare ulteriormente.

Anche gli Stati Uniti d’America hanno avvertito la stessa esigenza di tutela del proprio dominio cibernetico (specie in ambito finanziario) e l’innalzamento e il potenziamento delle capacità di cyber security risulta essere un obiettivo prioritario anche per Washington.

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