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50 sfumature di CGUE



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Gli organi giurisdizionali dell’Unione Europea possono superare le naturali incertezze proprie dei settori normativi in continua evoluzione come quello del legal tech e della protezione dei dati personali. Ecco perché professionisti e organizzazioni devono avere contezza non solo delle singole decisioni ma anche delle sfumature interpretative che possono emergere dalle stesse

Pubblicato il 5 set 2025



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Credits to: Stefano Gazzella – https://www.linkedin.com/in/stefano-gazzella/

La norma, come è noto, non può avere l’ambizione di inseguire la tecnologia, altrimenti sarebbe destinata ad uno scenario terribilmente somigliante al paradosso di Achille e la Tartaruga.

Soprattutto una normativa complessa e correlata all’evoluzione tecnologica come la protezione dei dati personali può dunque soffrire (e far soffrire) rilevanti incertezze quando dalle prescrizioni generali ed astratte deve derivare un precipitato operativo.

Ecco dunque che l’azione coordinata delle autorità di controllo, ma soprattutto gli interventi giurisdizionali da parte del Tribunale o della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) svolgono quel tuning utile per definire la corretta applicazione della norma.

Infatti, pur in assenza del vincolo dello stare decisis, la Corte opera con un elevato grado di coerenza e continuità consolidando orientamenti stabili.

Evenienza ricorrente soprattutto nelle questioni che riguardano i principi fondamentali e la declinazione della normativa in settori in rapida evoluzione come il legal tech.

Criteri orientativi per la data strategy

Dal momento che sia la dottrina sia le singole pronunce sono sistematicamente citate tanto dalle autorità di controllo che dall’EDPB come fonti per dirimere le questioni sottoposte alla loro attenzione, le sfumature interpretative fornite da parte della CGUE assumono un ruolo fondamentale nell’evoluzione del quadro normativo in materia di protezione dei dati personali.

Organizzazioni e professionisti sono di conseguenza chiamati a (ri)conoscere le implicazioni di particolare impatto derivanti da alcune sentenze, con un approccio analitico e concreto.

Altrimenti, il rischio è quello di cedere a facili hype come nel caso della sentenza Deloitte, con buona pace di svolgere una lettura sistematica.

Questo, ovviamente, si estende anche agli interventi delle autorità di controllo di particolare rilievo, come la recente sanzione comminata a Google da parte della CNIL, che ha l’ambizione di porsi come pietra miliare nel definire la competenza territoriale delle autorità di controllo nazionali.

Cogliere queste sfumature consente di ottenere una serie di indizi relativi agli scenari futuri che si vanno a prospettare.

Tutti spoiler che possono fornire un vantaggio alla data strategy. Ma che vanno utilizzati bene.

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