Fughiamo i dubbi: con la nuova funzione di WhatsApp, Meta ha rafforzato la privacy mettendone a disposizione una “avanzata” applicabile a tutte le chat tanto individuali quanto di gruppo, cosa che nulla c’entra con l’intelligenza artificiale, cioè con @MetaAI. Ecco perché.
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WhatsApp: MetaAI non interferisce con la “privacy avanzata”
MetaAI e privacy avanzata non sono la stessa cosa, né l’una interferisce con l’altra. Facciamo chiarezza.
Si tratta di due funzionalità diverse e ben distinte.
Il messaggio virale che manda in confusione
In realtà, in questi giorni sta circolando, proprio su WhatsApp, una catena di Sant’Antonio che dice: “L’AI è disponibile su WhatsApp e ha accesso a tutte le chat. Attivate l’opzione “Privacy avanzata” per evitare che l’intelligenza artificiale le legga”.
Falso. La funzionalità della “privacy avanzata” è attivabile già da fine aprile 2025 e non ha nulla a che vedere con l’Assistente di MetaAI.
Forse il bias cognitivo nasce anche dal fatto che a marzo circolava un ulteriore messaggio che citava l’opzione “Privacy migliorata”. In caso contrario, l’intelligenza artificiale potrà aprire i messaggi di gruppo, vedere i numeri di telefono e persino recuperare informazioni personali dal telefono, anche nelle chat private”, e per interagire con l’assistente di MetaAI non occorre fare altro se non cliccare sull’icona dal cerchietto blu, e cominciare a esplorare le varie potenzialità.
WhatsApp: cosa significa la “privacy avanzata”
Seguiva poi, lo scorso 23 aprile 2025, un altro messaggio che compariva nelle FAQ e riportato nella figura sottostante.

Immagine estratta dal sito ufficiale di WhatsApp.
Di qui la famosa “privacy avanzata” testualmente spiegata così: “La privacy su WhatsApp si basa sul fatto che le chiamate e i messaggi personali sono protetti dalla crittografia end-to-end, in modo che solo il mittente e il destinatario possano vederli, ascoltarli o condividerli. Da lì, abbiamo creato diversi livelli di privacy, come i messaggi effimeri e il lucchetto chat, che garantiscono una maggiore sicurezza. […] Questa nuova impostazione disponibile sia nelle chat che nei gruppi impedisce alle persone di portare i contenuti al di fuori di WhatsApp, garantendo così una privacy maggiore”.
Se l’impostazione è attiva, si impedisce agli altri di esportare le chat, scaricare automaticamente i file multimediali sul telefono e usare i messaggi per le funzioni IA.
In questo modo tutti i partecipanti avranno una maggior fiducia a che nessuno possa esportare ciò che viene detto nella chat. Funzione attivabile toccando il nome della chat, per poi abilitare la “Privacy avanzata della chat”.
WhatsApp e “privacy avanzata”: a cosa serve e perché abilitarla
È sempre bene aumentare la privacy, sempre e comunque.
Abilitare poi lafunzionedi “Privacy Avanzata”significa “proteggere i contenuti all’interno di un gruppo dalla loro diffusione esterna”. Non solo significa anche limitare i messaggi e i file multimediali della chat possono essere condivisi al di fuori di WhatsApp.
Attivare questa funzione significa non poter:
- salvare automaticamente i file multimediali nella galleria del proprio dispositivo;
- usare funzioni IA come menzionare @MetaAI e riassumere i messaggi non letti;
- esportare la chat.
Una precisazione ancora, la “privacy avanzata della chat” non è disponibile con le aziende che scelgono di usare la società madre di WhatsApp, Meta, per conservare i messaggi in modo sicuro e per fare in modo che risponda ai clienti per suo conto.
Si tratta, quindi, di un modo che intende “salvaguardare” il materiale (video/immagini) ed eventuali discussioni sensibili all’interno della cerchia del gruppo stesso, volendo evitare che un membro del gruppo/una persona, scarichi o salvi sul device ciò che gli utenti si scambiano durante la conversazione.
Senza contare che le chat sono protette da crittografia end-to-end. Per tutti, e questo significa che nessuno – a parte il mittente e il destinatario – può leggerle.
Le parole vengono criptate nel momento in cui si preme «invia» e vengono decriptate sono quando atterrano sull’altro telefono. Meta non può accedervi e dunque nemmeno @MetaAI che ancora una volta nulla c’entra.












