SECURITY AWARENESS

Dalla percezione alla consapevolezza: il ruolo critico della formazione nella cyber security

Il divario esistente tra rischio reale e rischio percepito rappresenta una sfida critica per la sicurezza, ma la formazione può svolgere un ruolo cruciale nel colmare tale lacuna ed è essenziale per educare utenti e aziende a sviluppare una mentalità più concretamente legata ai principi cardine della cyber security

Pubblicato il 26 Set 2023

Vincenzo Lena

Swascan Cyber Academy Trainer

Cyber Security Month: servirebbe un mese di campagna sui rischi cyber per ogni categoria professionale

La cyber security è certamente una delle sfide più importanti e complesse da affrontare che sta caratterizzando in modo indelebile e profondo questi ultimi anni: con il costante aumento delle minacce online e la forte dipendenza dalle nuove tecnologie, saper comprendere e gestire correttamente i rischi cyber è diventato essenziale, tanto per le aziende, quanto per i singoli utenti.

Alla complessità di questo già delicato settore, viene ad aggiungersi uno dei maggiori ostacoli alla sicurezza informatica: la differenza tra il rischio reale e il rischio percepito.

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Il paradosso del rischio reale e rischio percepito

È sempre più frequente osservare come le persone percepiscano il rischio informatico in modo molto diverso rispetto al rischio effettivo.

Questa “forbice” tra ciò che è realmente pericoloso e ciò che viene percepito come tale può condurre a decisioni errate e comportamenti rischiosi. Ad esempio, molte persone possono temere di poter essere vittime di attacchi informatici mirati da parte di hacker, che attraverso competenze estreme e attacchi sofisticati potrebbero in qualche modo compiere azioni malevoli, come “l’introdursi” in conti correnti e svuotarli di ogni avere.

Tale paura è spesso alimentata da storie sensazionalistiche e da “scenari hollywoodiani” che ritraggono gli hacker come dei “supercriminali informatici” capaci di compiere qualsiasi azione con estrema semplicità e velocità.

Questa percezione potrebbe indurre queste stesse persone a sottovalutare rischi molto più frequenti e “reali” come gli attacchi di phishing o l’utilizzo di password deboli.

Questo esempio sottolinea come la percezione del rischio possa differire significativamente dalla realtà, conducendo a una preoccupazione eccessiva verso minacce meno probabili o meno rilevanti, trascurando quelle che realmente potrebbero causare danni significativi.

Questo paradosso del rischio è il punto di partenza per capire l’importanza della formazione nella cyber security.

Comprendere il rischio reale

La formazione nella cyber security ha inizio con la comprensione del rischio reale. Questo significa poter e saper identificare le minacce concrete ed effettive che possono compromettere un sistema, una rete, un servizio o un’organizzazione.

Le minacce possono variare da malware e vulnerabilità software, da attacchi di ingegneria sociale o violazioni dei dati e via dicendo. Tuttavia, per affrontare tali minacce, è fondamentale comprenderne il funzionamento e quali danni possono innescare.

Alcuni fattori caratterizzanti il rischio reale sono:

  1. Dati oggettivi: il rischio reale fonda le sue radici su dati empirici e misurabili. È legato a minacce e vulnerabilità effettive, identificate attraverso analisi, dati di incidenti e ricerche in materia di sicurezza.
  2. Misurazione: il rischio reale può essere quantificato in termini di probabilità e impatto. Gli esperti di sicurezza ricorrono a metriche e indicatori di rischio per poter valutare la gravità delle minacce e di eventuali vulnerabilità.
  3. Documentazione: Il rischio reale è frequentemente documentato grazie a report sulla sicurezza, avvisi di vulnerabilità e database con descrizioni di possibili minacce. Tali documenti permettono di attingere a informazioni dettagliate su problemi specifici.

Comprendere il rischio percepito

La formazione può aiutare a comprendere come alcuni fattori non hanno la capacità di contribuire ad una reale costruzione della sicurezza, ma possono addirittura essere forvianti e vanificare azioni intraprese per proteggere determinati processi e arrecare danni ingenti. Soprattutto quando decisioni importanti vengono prese in base a “errate percezioni”.

Alcuni fattori caratterizzanti il rischio percepito sono:

  1. Soggettività: il rischio percepito è essenzialmente basato sulla percezione individuale o collettiva e quindi può variare da persona a persona. È fortemente condizionata da fattori personali, sociali, culturali e psicologici.
  2. Condizionamento: i media e la comunicazione in generale, spesso possono condizionare significativamente il rischio percepito. Notizie quali le violazioni di dati o attacchi hacker spesso portano ad una amplificazione della sensazione del rischio.
  3. Conoscenza: la percezione del rischio è fortemente influenzata dalla conoscenza delle minacce esistenti nel settore della cyber security. Minore è la conoscenza, maggiore potrebbe essere la distanza tra ciò che si crede reale e ciò che lo è realmente.

Conseguenze di una errata percezione

Il gap tra rischio percepito e rischio reale nella cyber security può generare e quindi innescare una serie di sfide e problemi di non facile gestione.

Alcune delle conseguenze principali che sorgono da questa discrepanza possono essere:

  1. Sottovalutazione del rischio reale: sottovalutare il rischio reale è una delle conseguenze più pericolose, pensare che un “evento” non possa accadere solo sulla base di una percezione, può portare a conseguenze disastrose. Ad esempio, alcuni utenti potrebbero non prendere sul serio minacce reali, come lo sfruttamento di vulnerabilità note da parte di aggressori.
  2. Allarme eccessivo: d’altro canto anche un’eccessiva percezione del rischio può portare ad ottenere effetti devastanti. Le persone potrebbero preoccuparsi inutilmente di minacce meno probabili o meno rilevanti, creando ansia e sottraendo attenzione e investimenti a minacce più concrete.
  3. Scarsa adozione di misure di sicurezza: se non si comprende appieno il rischio reale, le conseguenze possono tradursi nel non adottare misure di sicurezza adeguate. Ad esempio, potrebbero trascurare l’installazione di patch relative alla sicurezza o non implementare sistemi di autenticazione robusti.
  4. Investimenti inefficaci: le aziende potrebbero assegnare risorse in modo errato, basandosi su decisioni nate da una valutazione distante dalla comprensione del rischio reale. Potrebbero, ad esempio, investire in soluzioni di sicurezza non necessarie o trascurare aree critiche.
  5. Reputazione e perdite finanziarie: Una percezione errata del rischio può portare a violazioni dei dati e perdite finanziarie. Le organizzazioni che sottovalutano il rischio reale potrebbero subire gravi conseguenze in termini di immagine e perdite economiche.
  6. Disillusione: nel rendersi conto che la percezione del rischio non corrisponde alla realtà, in molte persone potrebbe innescarsi quel pericoloso meccanismo di “sfiducia” e “rassegnazione” riguardo alla sicurezza informatica, portandole a una minore adozione di best practice.
  7. “Gap” come vulnerabilità: gli aggressori potrebbero sfruttare il gap tra rischio percepito e rischio reale a loro vantaggio. Infatti, potrebbero attuare attacchi apparentemente meno rilevanti per l’utente per infiltrarsi nelle reti o sfruttare comportamenti errati.
  8. Mancanza di preparazione: un’errata percezione del rischio può condurre a una mancanza di preparazione nell’affrontare situazioni di emergenza come gli incidenti di sicurezza. Ad esempio, alcune aziende potrebbero non avere piani di risposta adeguati.

Per poter far fronte a simili problemi, è essenziale stabilire un processo di “educazione” alla cyber security, in modo da far comprendere il rischio reale e incoraggiare comportamenti sicuri sia per gli utenti che per le aziende.

In tal senso elementi come la formazione, la sensibilizzazione e la comunicazione sono fondamentali per ridurre il gap tra rischio reale e rischio percepito.

Trasformare la percezione in consapevolezza

La formazione in materia di cyber security diventa, quindi, uno strumento critico per trasformare la percezione del rischio in consapevolezza. Una volta che le persone riescono ad acquisire una comprensione più chiara del rischio reale, sono più propense a prendere sul serio la sicurezza informatica e ad adottare e mantenere comportamenti più prudenti.

Affrontare il divario tra rischio reale e rischio percepito richiede un approccio olistico capace di includere la formazione come elemento chiave. Alcuni dei principali fattori della formazione che possono contribuire a colmare questo “pesante” divario, sono:

  1. Formazione sulle minacce più recenti: la formazione deve offrire “conoscenze aggiornate” sulle minacce attuali, compresi gli attacchi più recenti, le vulnerabilità comuni e le tattiche degli aggressori.
  2. Dimostrazioni pratiche: l’apprendimento pratico è spesso l’approccio più efficace. Le sessioni di formazione dovrebbero includere dimostrazioni concrete su come avvengono gli attacchi e come possono essere prevenuti o mitigati. Le “dimostrazioni” sono lo strumento migliore per distinguere ciò che è reale da ciò che si presume tale.
  3. Simulazioni di attacco: le simulazioni di attacco consentono agli utenti e alle aziende di vivere in prima persona ciò che significa affrontare una minaccia informatica. Queste simulazioni aumentano la consapevolezza e aiutano a comprendere meglio il rischio reale.
  4. Focus sulla consapevolezza: la formazione dovrebbe porre in maniera marcata l’accento sulla consapevolezza dei pericoli reali e sulle conseguenze potenziali degli attacchi informatici. Mostrare, ad esempio i danni risultanti da un attacco reale può far comprendere meglio la gravità del rischio.
  5. Sensibilizzazione alla sicurezza: la formazione dovrebbe includere sessioni sulla sensibilizzazione, capaci di spingere gli utenti a saper riconoscere i segnali di potenziali minacce, come e-mail di phishing o siti web fake e ignorare quelle che spesso sono solo “leggente metropolitane”.
  6. Test: al termine della formazione, potrebbe essere utile ricorrere a dei test, anche pratici, per valutare la comprensione degli utenti delle minacce informatiche e delle misure di sicurezza. Non un esame, ma uno strumento capace di valutare lo stato raggiunto e comprendere dove eventualmente intervenire ancora.
  7. Comunicazione chiara: la formazione dovrebbe avere come cuore pulsante, un linguaggio chiaro e comprensibile, evitando tecnicismi eccessivi che potrebbero confondere gli utenti. La sicurezza riguarda tutti e deve essere comunicata adottando un lessico semplice, senza “sensazionalismi” o “banalizzazioni” che potrebbero alterare la percezione del rischio stesso.
  8. Formazione continua: la cyber security è un campo in continua evoluzione, con nuove minacce che emergono ogni giorno. Pertanto, la formazione non può essere vista come un evento singolo, ma parte di un processo continuo.

Conclusioni

Il divario esistente tra rischio reale e rischio percepito rappresenta una sfida critica per la sicurezza, ma la formazione può svolgere un ruolo cruciale nel colmare tale lacuna. La comprensione delle differenze, spesso significative, tra il rischio oggettivo e la percezione soggettiva è essenziale per educare gli utenti e le aziende a sviluppare una mentalità più concretamente legata ai principi cardine della cyber security.

Infatti, attraverso l’educazione sulle minacce più recenti, le dimostrazioni pratiche, le simulazioni di attacco e una comunicazione chiara, la formazione può fortemente contribuire a spostare l’attenzione da una prospettiva di pura percezione ad una incentrata sulla consapevolezza.

La contezza è il primo passo verso la creazione di una società digitalmente sicura in cui tutti possono comprendere il rischio reale e adottare comportamenti per aumentare il proprio livello di sicurezza.

La conoscenza è l’unico strumento che abbiamo per ottenere una reale consapevolezza del rischio, un modo per essere più coscienti dei veri pericoli da affrontare, delle reali conseguenze ad esso legate e non vanificare investimenti in materia di sicurezza.

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