Il punto

Inclusione ed emancipazione femminile, così la cyber security può far la differenza

Secondo il Cyber Peace Institute, le donne rappresentano solo il 10-25% della forza lavoro globale nel campo della cyber sicurezza pur in un settore dove la domanda di esperti è ancora molto superiore all’offerta. Ma le stime su futuro prossimo fanno ben sperare

Pubblicato il 07 Mar 2024

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant, BCI Cyber Resilience Committee Member, CLUSIT Scientific Committee Member, BeDisruptive Training Center Director, ENIA Comitato Scientifico

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Vari studi indicano che il divario di genere nel settore tecnologico potrebbe persistere per un tempo considerevole.

Nonostante anni di iniziative volte a promuovere l’uguaglianza di genere, le professioni STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) continuano a confrontarsi con una significativa scarsità di rappresentanza femminile, diversità ed inclusione.

E questo vale anche per il settore della cyber security.

Cyber security: è anche una questione di genere? Lo scenario

Nell’arco degli ultimi dieci anni, si è assistito a una trasformazione delle minacce informatiche che hanno avuto un impatto significativo sulle organizzazioni e minacciato le infrastrutture cruciali per la società. L’espansione dei potenziali bersagli e la comparsa di nuovi rischi informatici fanno presagire che questi pericoli non diminuiranno in futuro.

È evidente, pertanto, l’urgenza di incrementare la cooperazione a livello internazionale al fine di migliorare le competenze in materia di cyber security, promuovendo – allo stesso tempo – la diversità e l’inclusione, oltre a garantire alle donne maggiori opportunità di accesso.

È doveroso sottolineare che la scarsa rappresentanza femminile nel settore rappresenta un campanello d’allarme che sottolinea l’importanza di iniziative che incoraggino e valorizzino il ruolo delle donne, contribuendo in tal modo a intensificare gli sforzi congiunti per una maggiore difesa informatica.

La crescente necessità di talenti informatici basata sulla diversità e sull’inclusività

Sebbene non esista una quantificazione precisa della domanda di talenti informatici, ricerche recenti indicano un divario significativo tra la domanda globale e la capacità della forza lavoro informatica. Nel 2022, il rapporto “Cybersecurity Workforce Study” di ISC2 aveva stimato questo divario in 3,4 milioni di persone, segnando un aumento del 26% rispetto al 2021.

Inoltre, la sotto rappresentanza delle donne in questo settore, che secondo quanto evidenziato da un rapporto del 2022 del Cyber Peace Institute rappresenta solo il 10-25% della forza lavoro globale nel campo della cyber security, aggrava ulteriormente la carenza di competenze.

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Nonostante questi dati negativi, il report “2022 – Women in Cyber security” della società Cyber security Ventures evidenzia che nei prossimi anni assisteremo ad un aumento della rappresentanza femminile nel settore della cyber security a livello globale, prevedendo che le donne rappresenteranno il 30% della forza lavoro globale nel campo della cyber security entro il 2025, e che questa percentuale raggiungerà il 35% entro il 2031.

Questa tendenza di crescita non si limiterà solo alla sicurezza delle reti aziendali, ma si estenderà anche a settori come l’Internet delle cose (IoT), l’Internet industriale delle cose (IIoT), la sicurezza dei sistemi di controllo industriale (ICS), nonché la cyber security relativa ai settori medico, automobilistico, aeronautico, della difesa militare e altri ambiti critici.

L’importanza di questa crescita risiede non solo nell’aumento numerico delle donne nel settore, ma anche nel valore che la diversità di genere porta in termini di innovazione, prospettive e soluzioni nel campo della cyber security.

Una forza lavoro diversificata può contribuire, di fatto, a creare sistemi di sicurezza più robusti e resilienti, in grado di affrontare una gamma più ampia di minacce in modo efficace.

Inoltre, l’incremento della rappresentanza femminile in questo ambito può servire da stimolo per incoraggiare più donne a perseguire carriere STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), contribuendo così a ridurre il divario di genere esistente in questi settori.

E in Italia a che punto siamo?

L’Osservatorio sulle Competenze Digitali 2023, frutto della collaborazione tra AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Talents Venture, mette in luce un’importante problematica nel settore ICT in Italia. La ricerca evidenzia come, nonostante la crescente domanda di professionisti nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), le istituzioni formative italiane stiano faticando a tenere il passo con le esigenze delle aziende. Questo divario tra la richiesta di competenze digitali avanzate e l’offerta effettiva di professionisti qualificati sta diventando sempre più marcato e insostenibile.

Inoltre, la situazione descritta dall’Osservatorio solleva un allarme importante per l’economia e il tessuto produttivo italiano. La digitalizzazione è un processo inarrestabile e centrale per la competitività delle imprese in un mercato globalizzato. L’incapacità di formare adeguatamente una forza lavoro che risponda alle necessità del settore ICT non solo limita le possibilità di crescita delle aziende, ma rischia anche di rallentare l’innovazione e lo sviluppo tecnologico del Paese.

Di fronte a questa sfida, l’Osservatorio sottolinea l’urgenza di un intervento da parte dei responsabili delle politiche pubbliche. È fondamentale adottare misure rapide ed efficaci per colmare questo divario.

Nonostante un incremento dei corsi universitari legati alle ICT, questi rappresentano solamente il 7% dell’intera offerta formativa. Inoltre, secondo le stime riportate dal rapporto, ogni anno, tali corsi riescono a fornire al mercato del lavoro poco più di 9.000 laureati, che corrispondono a meno del 5% dei circa 190.000 studenti che si laureano annualmente nelle università italiane.

A questa situazione già poco soddisfacente si aggiunge un marcato squilibrio di genere, con i percorsi di laurea in ambito ICT che vedono una predominanza maschile. Purtroppo, tra i laureati pronti a entrare nel mercato del lavoro in queste discipline, le donne costituiscono solo il 23%. Tale divario diventa ancora più marcato quando si analizzano specifici ambiti come quello cyber security, un settore in cui le competenze sono altamente richieste: qui, tra i laureati magistrali, soltanto 6 su 100 sono donne.

Perché le donne sono ancora sottorappresentate nella cyber security

La sottorappresentazione delle donne nella cyber security è un problema complesso e dovuto a diversi fattori, quali:

  1. Stereotipi e pregiudizi sociali – Le norme sociali e gli stereotipi sui ruoli di genere possono influenzare le scelte di carriera delle donne. Inoltre, persistono stereotipi secondo cui le donne sono meno abili tecnicamente degli uomini, il che può influire sul modo in cui le loro competenze e i loro contributi vengono percepiti nei settori tecnici, oltre a creare la percezione che potrebbe non essere accogliente o adatto alle donne.
  2. Mancanza di modelli di ruolo – La scarsità di modelli di ruolo femminili visibili e di spicco nella cyber security può rendere difficile per le giovani donne immaginare di avere successo nel settore. È doveroso sottolineare che i modelli di ruolo svolgono un ruolo cruciale nell’ispirare e motivare le persone a perseguire determinate carriere.
  3. Disparità educative – Ci sono prove di disparità di genere nell’istruzione STEM, che è un passo fondamentale verso l’ingresso nella cyber security. Se le ragazze vengono scoraggiate dal perseguire precocemente l’istruzione scientifica e tecnologica, ciò può limitare il loro interesse in campi come la cyber security.
  4. Pregiudizi inconsci nelle assunzioni – I pregiudizi non intenzionali nei processi di reclutamento e di assunzione possono portare le donne a essere svantaggiate in termini di opportunità. Questo pregiudizio può influenzare non solo le decisioni iniziali di assunzione, ma anche le promozioni e l’avanzamento di carriera.
  5. Ambiente di lavoro ostile – Le segnalazioni di ambienti di lavoro ostili in settori dominati dagli uomini hanno dissuaso le donne dall’entrare o rimanere nella cyber security. La discriminazione, le molestie e la mancanza di inclusività possono contribuire a un’esperienza negativa.
  6. Mancanza di opportunità di networking – Il networking è essenziale per la crescita professionale, ma se le donne sono sottorappresentate agli eventi, alle conferenze e alle opportunità di networking del settore, ciò può limitare il loro accesso a connessioni e conoscenze preziose.
  7. Equilibrio tra lavoro e vita privata – La percezione di lunghi orari di lavoro e di ambienti ad alta pressione nella cyber security potrebbe scoraggiare le donne dal perseguire carriere nel settore.
  8. Mancanza di percorsi su misura – I programmi educativi e professionali potrebbero non affrontare sempre le sfide o gli interessi unici delle donne, limitando ulteriormente il loro impegno e interesse per la cyber security.

Ma il futuro prossimo promette bene

Tuttavia, c’è motivo di ottimismo, poiché sono emerse numerose iniziative stimolanti per sostenere le donne nel campo della cyber security. Women4Cyber, ad esempio, ha avviato un’iniziativa guidata dall’Unione Europea che mira a promuovere, a incoraggiare e a sostenere la partecipazione attiva delle donne alla cyber security.

Questa associazione promuove una serie di attività in termini di tutoraggio all’interno di iniziative accademiche dedicate, tutte orientate all’emancipazione delle donne nel dominio informatico. Inoltre, Women4Cyber ha creato 25 gruppi nazionali progettati per fornire supporto a livello locale ed è presente anche nel nostro Paese.

In Italia, anche l’associazione Women for security si adopera per mettere a fattor comune le competenze delle professioniste della cyber security che fanno parte della associazione per fare squadra e crescere insieme, dando vita a una community in grado di far sentire la propria voce, portando il contributo di pragmaticità e di capacità di analisi che contraddistinguono l’universo femminile.

Inoltre, Women for security struttura periodicamente campagne di sensibilizzazione su temi di attualità che favoriscano un ruolo sempre più attivo della donna nella cyber società e, al contempo, aiutare altre giovani ad abbracciare le discipline STEM per intraprendere una carriera nel settore della cyber security.

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Perché abbiamo bisogno di più donne nella cyber security

Il settore della cyber security necessita di disporre di quanto più talento possibile, soprattutto in termini di inclusione femminile. Di seguito si evidenziano alcuni dei vantaggi che scaturiscono dall’avere una maggiore rappresentanza femminile nella cyber security. E, precisamente:

  1. Diversità di pensiero – Le donne, con i loro diversi background ed esperienze, possono fornire prospettive uniche e soluzioni innovative a sfide che potrebbero non essere prese in considerazione da un gruppo più omogeneo.
  2. Diversi set di abilità – Le donne possiedono un’ampia gamma di competenze che sono molto rilevanti per la cyber security, tra cui forti capacità di comunicazione, attenzione ai dettagli e pensiero analitico. Queste competenze sono fondamentali per attività come l’analisi delle minacce, la valutazione dei rischi e la comunicazione dei problemi di sicurezza agli stakeholder non tecnici.
  3. Colmare il divario di competenze – Il settore della cyber security sta attualmente affrontando un significativo divario di competenze, con una carenza di professionisti qualificati per ricoprire il crescente numero di ruoli. Incoraggiare le donne a entrare in questo settore aiuta a colmare questa carenza e porta un nuovo pool di talenti per aiutare a difendersi dalle minacce informatiche.
  4. Miglioramento delle dinamiche di squadra – La diversità di genere e di background porta a migliori dinamiche di squadra. I team composti da individui con punti di vista diversi tendono a prendere decisioni migliori, poiché considerano una gamma più ampia di possibilità e potenziali insidie.
  5. Migliore rappresentazione rôle model – La presenza di donne in ruoli di cyber security funge da modello per le generazioni più giovani e incoraggia un maggior numero di donne a intraprendere carriere nel settore della sicurezza e della tecnologia. Quando le donne vedono altre persone che assomigliano a loro avere successo in un campo, è più probabile che lo considerino un’opzione di carriera praticabile.
  6. Migliore risoluzione dei problemi – Gli studi hanno dimostrato che i team eterogenei sono più bravi a risolvere i problemi e a prendere decisioni. Le sfide della cyber security sono molteplici e avere un team diversificato può portare a soluzioni più complete ed efficaci.
  7. Approccio incentrato sull’utente – Molte misure di cyber security comportano la progettazione di sistemi sicuri e facili da usare. Il punto di vista delle donne può contribuire a creare soluzioni di sicurezza non solo robuste dal punto di vista tecnico, ma anche facili da usare e da capire.
  8. Considerazioni etiche e sociali – I problemi di cyber security spesso si intersecano con l’etica, la privacy e le implicazioni sociali. La rappresentanza femminile sul campo può contribuire a garantire che questi aspetti siano presi in considerazione nelle strategie e nelle decisioni in materia di sicurezza.
  9. Inclusività e pari opportunità – Promuovere la partecipazione delle donne alla cyber security aiuta a creare un’industria più inclusiva ed equa, aperta a tutti e non limitata dal genere.

Cosa fare per aumentare la percentuale di donne nella cyber security?

Le organizzazioni possono contribuire ad aumentare la percentuale di donne nel settore della cyber security attuando le seguenti azioni.

  1. Istruzione e formazione e sensibilizzazione – Si tratta di promuovere l’educazione STEM tra le ragazze fin dalla tenera età per costruire una solida base nei campi legati alla tecnologia. Ovvero, aumentare la consapevolezza sulle opportunità e i vantaggi di una carriera nella cyber security attraverso programmi scolastici, workshop, seminari e risorse online. Le organizzazioni dovrebbero instaurare collaborazioni con gli istituti scolastici per offrire programmi di cyber security specializzati che si rivolgano alle donne e soddisfino le loro esigenze. Di fatto, fornire opportunità di formazione, workshop e certificazioni può aiutare le donne a migliorare le loro capacità e competenze in materia di cyber security.
  2. Modelli di ruolo e mentoring – È necessario promuovere la visibilità delle donne di successo nella cyber security, come modelli di ruolo per ispirare e incoraggiare più donne a entrare nel settore e, al contempo, stabilire programmi di mentoring che mettano in contatto le aspiranti donne con professioniste esperte in grado di fornire guida e supporto.
  3. Ambiente di lavoro diversificato – Urge creare una cultura del posto di lavoro inclusiva e accogliente che valorizzi la diversità e garantisca pari opportunità di crescita professionale, implementando politiche che prevengano i pregiudizi di genere e la discriminazione.
  4. Reclutamento e assunzione – Nella fase di reclutamento si tratta di utilizzare un linguaggio inclusivo nelle descrizioni delle offerte di lavoro per attirare un pool diversificato di candidati e per ridurre al minimo i pregiudizi inconsci durante il processo di selezione iniziale.
  5. Networking e costruzione di comunità – È auspicabile che le organizzazioni organizzino incontri, conferenze ed eventi di networking specificamente incentrati sulle donne nella cyber security e, al contempo, sostenere e sponsorizzare la partecipazione delle donne a conferenze ed eventi di settore. Inoltre, le organizzazioni dovrebbero adoperarsi per condividere storie di successo di donne che si sono distinte nella cyber security per dimostrare la gamma di opportunità disponibili nel settore.
  6. Opzioni di lavoro flessibili – Le organizzazioni dovrebbero adoperarsi per offrire modalità di lavoro flessibili – i.e.: lavoro a distanza, orari flessibili e condivisione del lavoro – per soddisfare le diverse esigenze delle professioniste. Si tratta altresì di collaborare con organizzazioni che promuovono le donne nella tecnologia per sfruttare le loro risorse e competenze.
  7. Impegno del Top Management – La leadership aziendale dovrebbe impegnarsi nel garantire la diversità e l’uguaglianza di genere e fungere da esempio al resto dell’organizzazione. Si tratta di stabilire obiettivi specifici in materia di diversità e monitorarne regolarmente i progressi.
  8. Politiche di sostegno – Le organizzazioni dovrebbero implementare politiche favorevoli alla famiglia considerando il congedo parentale, il sostegno all’assistenza all’infanzia e l’assistenza ai caregiver per aiutare le donne a bilanciare lavoro e responsabilità familiari.

Conclusioni

La discriminazione nel campo dell’informatica è profondamente radicata e continua a manifestarsi, con il contributo delle donne e di altri gruppi minoritari frequentemente ignorato sia nella tecnologia che negli impatti che questa ha su di loro. Sviluppare team e prodotti inclusivi non solo arricchisce l’innovazione, la creatività e l’espansione dei servizi digitali, ma è fondamentale per le organizzazioni che vogliono capitalizzare il grande potenziale della diversità.

Tuttavia, il vero valore della diversità emerge completamente solo con l’inclusione, che consente a tutti di sentirsi stimati e coinvolti sul posto di lavoro. Un ambiente lavorativo, che abbraccia la diversità e l’inclusione, offre accesso a un’ampia varietà di punti di vista, abilità, idee innovative ed esperienze, incrementando la resilienza organizzativa.

È essenziale che le donne siano consapevoli dell’importanza di partecipare attivamente al mondo tecnologico, poiché le tecnologie emergenti stanno definendo le professioni del futuro. Inoltre, ad oggi, persiste il rischio concreto che, senza l’accesso adeguato alla formazione, le donne possano essere escluse da queste nuove carriere tecnologiche.

Di conseguenza, è cruciale promuovere l’educazione in materie STEM, l’up-skilling e il re-skilling delle donne nel settore tecnologico ed in particolare in quello della cyber security per assicurare che abbiano la possibilità di esplorare un ventaglio più ampio di opportunità.

L’impegno delle aziende, delle istituzioni educative e delle organizzazioni governative è, quindi, fondamentale per realizzare queste ambizioni e per costruire un futuro della cyber security che sia inclusivo e rappresentativo di tutta la società.

L’empowerment femminile, la parità di genere e l’autodeterminazione nel settore della cybersecurity sono diventati urgenti e, al contempo, strategici poiché il successo di una società dipende dall’utilizzo pieno di tutte le sue risorse umane. Ciò richiede un impegno concreto nel campo dell’istruzione, nelle aziende e nelle istituzioni per favorire l’acquisizione di competenze e la riqualificazione di ragazze e donne verso le carriere nel settore IT e della cyber security.

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