CONFORMITÀ NORMATIVA

Modelli di gestione e protocolli integrati: approccio integrato tra privacy, sicurezza sul lavoro e 231

Quali sono i costi diretti, indiretti e invisibili per lavoratori, società e comunità della mancata compliance alle norme su privacy, sicurezza e 231/01? Analizziamo i presupposti e le modalità per costruire un modello organizzativo di compliance per ridurre i rischi e agevolare le strategie di business, il tutto con costi sostenibili e senza ingenti investimenti in tecnologia, risorse, strumenti e macchinari

Pubblicato il 07 Nov 2022

Ugo Ettore Di Stefano

Senior Partner LEXELLENT – Presidente UGI-Unione Giuristi d’Impresa

Modelli di gestione e protocolli integrati

La percezione della reale portata degli impatti sul business di un cattivo (o nullo) sistema di compliance è difficile e quasi sempre parziale.

Infatti, la valutazione delle conseguenze dannose dell’evento/rischio è spesso limitata ai cosiddetti rischi diretti e, più precisamente, solo ad alcuni di essi: tipicamente è noto il rischio di multe e sanzioni o di spese giudiziarie, ma più raramente vengono calcolati i costi derivanti dalla riduzione dei ricavi, il deterioramento delle relazioni con i clienti, la riduzione di quote di mercato, le carenze di liquidità.

A questi vanno aggiunti anche i cosiddetti costi indiretti: per esempio, per le società quotate, la riduzione del prezzo delle azioni e il valore della società, una riduzione del rating della società, gli effetti sulle risorse umane e il peggioramento dell’immagine (danno reputazionale), la perdita di relazioni o accordi strategici, l’incremento di costi, l’esclusione da bandi di gara e via dicendo.

A tali rischi vanno aggiunti i mancati vantaggi dell’adozione di un corretto modello di gestione della compliance. Essi sono innumerevoli quali: i vantaggi sulle riduzioni di premi assicurativi INAIL o la funzione esimente sulla responsabilità, l’aumento del coinvolgimento del personale, la miglior conoscenza dell’azienda e degli obiettivi strategici da raggiungere, l’efficienza dei processi, la possibilità di partecipare a bandi di gara pubblici, la tutela del patrimonio aziendale e delle informazioni, del know how e dei segreti commerciali nonché molti altri.

Tutela dei dati personali e altri diritti: ecco perché servono contemperamento ed equilibrio

Sicurezza sul lavoro: un buon esempio da seguire

Un esempio per tutti di quanto detto è rinvenibile nell’ambito della sicurezza sul lavoro. L’European Agency for Safety and Health at Work ha calcolato che il peso dei costi diretti rappresenta meno del 10% del totale dei costi conseguenti ad un infortunio sul lavoro.

L’azienda subisce i costi (diretti, indiretti e intangibili) derivanti dall’assenza retribuita per malattia, i costi di risarcimenti e assicurazione, le spese mediche a carico del datore di lavoro, i costi legali, amministrativi e di giustizia, i costi di produttività ridotta per salute compromessa, la perdita di produzione per inattività temporanea, i costi di reclutamento, i danni di immagine, gli effetti negativi sui colleghi, i danni collaterali a macchinari e materiali e via dicendo.

Il lavoratore soffre i costi delle spese sanitarie non coperte da assicurazione, la perdita di reddito durante l’assenza, i costi di caregiver, la riduzione di capacità lavorativa, la potenziale perdita di redditi futuri, il pensionamento anticipato, il dolore e la sofferenza morale e psicologica, i cambiamenti di stile di vita, la disabilità, la ridotta capacità di accesso al mercato del lavoro e via dicendo.

Peraltro, il costo globale non comprende solo i costi sostenuti dall’azienda o dal lavoratore, ma vi sono anche costi sociali quali ad esempio, sempre in ambito sicurezza sul lavoro: costi del Servizio Sanitario nazionale, sussidi aggiuntivi per rimborsi medici e sostituzione salariale, costi di giustizia, oneri connessi a pensionamenti anticipati, disabilità.

Un modello da riproporre in ambito privacy e 231

Ovviamente il ragionamento fatto per gli infortuni sul lavoro e la compliance in materia di sicurezza è replicabile anche negli altri ambiti della compliance aziendale: privacy e 231.

Anche in questi casi i costi complessivi da considerare vanno ben oltre le pur pesantissime sanzioni previste dal Reg. UE 679/2016 (GDPR) in caso di illecito trattamento dei dati personali o quelle di cui al sistema sanzionatorio del decreto 231 del 2001.

Preso atto della rilevanza di rischi di una mancata compliance e dei vantaggi di un sistema ben gestito, occorre conoscere come concretamente progettare ed introdurre un modello di compliance e come farlo secondo una modalità efficiente.

Il primo problema è che le numerose disposizioni normative che impattano la cosiddetta compliance societaria sono generalmente presidiate (in particolare nelle medie-grandi imprese) dalle numerose funzioni aziendali preposte, eventualmente supportate da consulenti specializzati nei rispettivi ambiti (privacy, sicurezza sul lavoro, responsabilità amministrativa degli enti ecc.).

Questo approccio è però possibile solo con un’organizzazione interna articolata, che non è invece replicabile (sostenibile) nelle piccole imprese.

Inoltre, tale modello articolato comporta il rischio che ciascuna funzione possa agire in maniera non coordinata con inefficienze, duplicazioni, contraddizioni nella definizione dei presidi aziendali e dei processi volti a gestire le differenti tematiche. Per ovviare a ciò, nelle società più strutturate esiste talvolta una funzione di compliance dedicata, ma ciò solitamente non è considerato economicamente vantaggioso nelle PMI.

Le PMI e i problemi della compliance “selettiva”

La conseguenza è che l’imprenditore nelle PMI, quasi sempre, opta per una compliance “selettiva” destinando risorse solo alle tematiche che ritiene, in base alla propria esperienza e percezione (non certo legale), prioritarie per il proprio business.

Quando però questa scelta viene effettuata da un imprenditore/manager senza competenze normative e senza che sia stato condotto un preventivo assessment sulle specifiche criticità, il risultato è che anche le risorse impiegate a tal fine risultano non idonee a garantire una corretta compliance aziendale e una efficiente gestione dei rischi e quindi, di fatto, si riducono a puri costi perdendo invece la possibilità di risultare utili investimenti.

Occorre dunque superare il problema dato dal fatto che gli ambiti da presidiare sono differenti e sono altresì molteplici gli argomenti (tra cui qualità del prodotto o del servizio, prestazioni ambientali, salute e sicurezza sul lavoro e molti altri) per i quali esistono specifici standard e possibili sistemi di gestione aziendale.

L’intreccio tra i diritti degli utenti e le regole del mercato digitale

Serve un approccio integrato alla compliance

Negli ultimi tempi, pertanto, si è iniziato a sperimentare in alcune aziende un approccio integrato che, oltre alla non duplicazione di attività e documentazione aziendale, permette l’ottimizzazione dei flussi di comunicazione interni e della reportistica anche verso tutti gli organi societari di governance, amministrazione e controllo della società.

Il processo richiede una fase preliminare di risk assessment che faccia prendere esatta cognizione dell’attuale contesto aziendale, dei processi, delle policies e dell’organizzazione.

Occorrerà dunque identificare i rischi, valutarli, gestirli e monitorarli concentrandosi su quelli a probabilità e rilevanza maggiore (rischi primari).

Si tratta, dunque, di un processo trasversale non finalizzato all’individuazione di potenziali rischi di settore (es. reati ex 231/01) bensì una mappatura completa dei processi funzionale ad una valutazione, appunto, integrata.

La figura del Manager Compliance

L’individuazione di una figura di Manager Compliance, anche in outsourcing laddove i costi non consentissero all’azienda il mantenimento di una struttura interna, è il primo step per le piccole e medie imprese.

La risorsa dovrà possedere una solida conoscenza delle conseguenze legali e della struttura delle fattispecie alle quali le differenti normative del sistema compliance si riferiscono, oltre a padroneggiare la metodologia con la quale approcciare la normativa in relazione non solo alla propria esperienza professionale, ma anche e soprattutto al contesto della società.

Best practice per la creazione di un sistema di compliance

Il processo di creazione del sistema di compliance dovrà quindi essere volto a perseguire uno snellimento del sistema di procedure mediante, per esempio, la cancellazione delle policies non attuali e l’accorpamento di quelle possibili, un’automazione dei processi di report e dei flussi informativi e una definizione e coordinamento del sistema di audit.

Ovviamente laddove sia presente un ODV, un Collegio Sindacale, altre funzioni di Audit il loro preventivo coinvolgimento risulta indispensabile.

Se certamente il costo dell’implementazione di un modello di gestione integrato nelle PMI è proporzionalmente più impattante rispetto ad una grande azienda, è però altrettanto vero che la sua realizzazione risulta meno complessa in quanto i rischi da valutare sono generalmente in numero più limitato, così come la quantità dei processi da verificare o costruire è ridotta.

Inoltre, proprio per la contenuta dimensione, il sistema probabilmente sarà capace di mostrare una maggiore reattività all’adozione dei processi, mentre occorrerà prestare attenzione a presidiare una sufficiente standardizzazione e regolarità dei report informativi.

Il modello di gestione dovrà essere formalmente adottato e sostanzialmente condiviso dal vertice aziendale ma, nelle realtà medio piccole, coinvolgerà pochi soggetti apicali coordinati dal Manager Compliance.

Requisiti e contenuti di un sistema di compliance

Il modello, rispettando i requisiti di cui al D.lgs. n. 231 del 2001, sarà costituito dalla parte generale e dai protocolli costituenti la parte speciale. I protocolli costituiscono l’asse portante del sistema integrato.

Possono infatti contenere e coordinare le procedure e le policy aziendali per tutti i sistemi di compliance relativi ai vari ambiti: richiamare i protocolli sicurezza, le privacy policy, le procedure di whistleblowing, le procedure relative alle denunce per stress da lavoro correlato, le policy anticorruzione e antiriciclaggio, il codice etico, la procedura antitrust, le procedure di sicurezza informatica, i protocolli sui flussi di comunicazione, informazione e trasparenza, policy di cooperative compliance e la tax compliance d’impresa, i protocolli di gestione ambientale e rifiuti e via dicendo.

In merito ai contenuti occorrerà un coordinamento che consenta la sintesi dei vari protocolli evitando, proprio perché richiamati in un unico modello di gestione integrata, inutili duplicazioni ed eventuali contraddizioni. L’elaborazione congiunta delle regole aziendali consentirà anche di trovare il giusto equilibrio in quelle ipotesi in cui occorre giungere ad un compromesso e ad un bilanciamento di interessi talvolta contrapposti (si pensi, ad esempio, alle politiche di data retention sulla conservazione dei dati e ai limiti nel rispetto della privacy compliance o al tema della riservatezza in ambito whistleblowing, e alla necessità opposta di conoscere e conservare informazioni rilevanti per conseguire gli scopi).

Evidentemente occorrerà procedere per gradi, redigendo i protocolli più rilevanti (a seguito del ricordato assessment) e successivamente definendone di nuovi.

Si tratta di un lavoro continuativo che, oltre all’arricchimento dei rischi presidiati, comporterà l’analisi di quelli già individuati e gestiti per verificarne l’attualità, oltre che (se necessario) la revisione dei protocolli che li disciplinano.

L’importanza dei sistemi di certificazione

Un prezioso aiuto per la definizione dei contenuti e soprattutto in merito alla struttura del modello è dato innanzitutto dai sistemi di certificazione ISO/UNI e dagli standard internazionali, nonché dalle nuove linee guida di Confindustria (giugno 2021).

La predisposizione di idonea documentazione, manuali interni, procedure, istruzioni operative, registri è guidata per esempio dalle norme contenute nelle ISO 9001 (reati societari e PA, diritto d’autore, etc.) , ISO 37001 (anticorruzione, societari, ), ISO 45000 (sicurezza sul lavoro), ISO 27001 (sicurezza e IT), ISO 14001 (ambientale); in particolare il processo di gestione del rischio, valido per qualunque settore di attività, è delineato nello standard internazionale UNI ISO 31000:2018 e nel sistema di gestione certificato ISO 9001-2015 con l’approccio cosiddetto “risk based thinking”.

Conclusioni

Certamente un processo aziendale che miri ad ottenere certificazioni e accreditamenti in tutti gli ambiti ricordati risulta sproporzionato e spesso proibitivo per le PMI, ma lo scorso aprile è stata pubblicata la ISO 37301 (che verrà adottata in ambito nazionale come UNI ISO 37301:2021) che costituisce il primo sistema di gestione certificabile per la compliance: norma che è stata definita non una semplice evoluzione della precedente UNI ISO 19600 del 2016, bensì la pietra angolare di un emergente corpus normativo sulla governance delle organizzazioni.

Il tema della compliance, unitamente ad anti-bribery e whistleblowing, è destinato ad aprire inedite e stimolanti prospettive, che possono portare la normazione oltre il consolidato perimetro del management, verso gli ambiti propri di CEO, investitori e consigli di amministrazione, ma anche aprire nuove opportunità per lo sviluppo di Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo (MOG) evoluti e promuovere nuove funzioni e figure professionali.”(qui – pagina web consultata il 25/10/2022).

Seguendo il concetto di High-Level Structure (HLS) anche un MOG di compliance integrata sarà strutturato con campo di applicazione, riferimenti normativi, termini e definizioni, contesto dell’organizzazione, leadership, pianificazione, supporto, operazione, valutazione delle prestazioni, miglioramento.

L’approccio basato sul rischio, nella definizione del modello integrato, significherà:

  1. identificare, coerentemente al contesto aziendale e di mercato, i requisiti, gli obiettivi, i rischi e le opportunità;
  2. valutare le priorità;
  3. pianificare le azioni;
  4. attuare le azioni;
  5. verificare l’efficacia delle azioni;
  6. mantenere un processo di apprendimento arricchito dall’esperienza e volto al miglioramento continuo.

La redazione di un modello di gestione e controllo integrato che si rifaccia a tali indicazioni, accompagnato da un processo di organizzazione e formazione del personale, è un obiettivo certamente più circoscritto, sostenibile e, in taluni casi, anche in parte finanziabile (investimenti e formazione).

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 3