PROTEZIONE DATI

La privacy come risposta alle sfide sociali, etiche e giuridiche della tecnologia: la relazione del Garante

La relazione annuale 2022 del Garante privacy ha ricordato i principali interventi dell’Autorità, con importanti spunti di riflessione sulla rilevante tematica del potere dell’innovazione e della solitudine digitale. E ricordando che la tutela dei dati personali è l’unica risposta alle sfide imposte della tecnologia

Pubblicato il 06 Lug 2023

Anna Cataleta

Senior Partner P4I – Partners4Innovation

Relazione annuale 2022 Garante privacy

La tematica del potere dell’innovazione e della solitudine digitale è stata al centro delle osservazioni raccolte durante la presentazione in Parlamento della relazione annuale 2022 da parte dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali.

Nel proprio discorso di presentazione della relazione, il Presidente dell’Autorità, Pasquale Stanzione, ha dato atto di come l’anno 2022 sia stato denso di sfide, soprattutto sotto il profilo sociale, etico, giuridico, persino democratico.

Il Presidente del Garante ha sottolineato come la sfida del passato fosse quella di “democratizzare” la privacy, emancipandola dalla dimensione tradizionalmente borghese del right to be let alone. Oggi, invece, è necessario rendere questo diritto il protagonista assoluto di uno sviluppo inclusivo e umanocentrico del digitale.

Le sfide del futuro saranno, come sempre, caratterizzate dalla necessità di regolamentare i progressi che la tecnologia porterà con sé, nell’ottica di garantire una costante e adeguata tutela della sfera dei dati personali.

Sintesi della relazione annuale 2022 del Garante privacy

Di seguito, una sintesi dei punti principali che sono stati toccati dal Presidente Stazione durante il discorso di presentazione della relazione annuale.

Il rapporto tra tecnica e geopolitica

In primo luogo, è stata posta l’attenzione sul rapporto tra tecnica e geopolitica. Nello specifico, è stata messa a nudo l’importanza del crescente valore strategico geopolitico del primato sul digitale e dell’indipendenza tecnologica, considerando la significativa ipotesi di divieto (attualmente all’esame della Commissione europea) di utilizzo delle tecnologie offerte da Huawei per lo sviluppo delle reti 5G, nonché delle limitazioni imposte da alcuni Governi all’utilizzo di piattaforme cinesi e al divieto imposto dagli USA di esportazione di materiale hi-tech sensibile verso la Cina.

Il peso ingombrante dell’intelligenza artificiale

È stato, inoltre, espresso il timore derivante dalla delega agli algoritmi delle tragic choices in materia militare, evidenziando l’esigenza di delineare alcune linee di confine.

In un’ottica di spinta verso il futuro, particolare attenzione è stata rivolta verso l’opportunità di rendere l’intelligenza artificiale trustworthy, affidabile, soprattutto in un contesto in cui “la frequente tendenza alla deregulation finisce con il delegare alla legge del mercato e al potere dell’innovazione la definizione del perimetro di diritti e libertà”.

Da qui l’esigenza di stabilire un equilibrio nel rapporto tra Stato e mercato, persona e tecnica, libertà e innovazione, al quale le normative come Digital Markets Act, Digital Services Act e Data Governance Act stanno lavorando.

L’intenzione, infatti, è quella di discostarsi dal modello cinese di sorveglianza generalizzata e panottica, caratterizzato, tra le altre cose, dall’uso di sistemi di social scoring, i quali contribuiscono ad acuire il già presente divario sociale in alcuni contesti.

In tal senso, il nuovo Regolamento Ue sull’intelligenza artificiale ha introdotto limiti rigorosi rispetto alla congiunzione tra potere investigativo e potenza della tecnica, proprio per evitare di delegare all’algoritmo decisioni che possono avere, potenzialmente, un forte impatto sulle vite delle persone.

La tutela dei minori

Fondamentale, inoltre, proteggere i minori dai rischi sempre crescenti dell’uso della tecnologia. Nel caso di ChatGPT, l’intervento del Garante ha consentito di indirizzare lo sviluppo dell’AI generativa in una direzione compatibile con la tutela persona, contrastando lo sfruttamento dei dati personali.

Si ricorda anche il provvedimento adottato nei confronti del chatbot Replika, l’amico virtuale al servizio delle persone, capace di generare un’incidenza psicologica potenzialmente significativa, in particolare sui minori.

Nell’esigere il rispetto degli obblighi di trasparenza e di liceità, è fondamentale che il progresso non si affermi in danno alla persona, sacrificando diritti, ma promuovendo l’equilibrio tra l’iniziativa economica, l’innovazione e la tutela persona.

Nell’ambito dei neuro diritti, si ricorda che alla potenza della tecnica deve essere posto un limite etico e giuridico a tutela della dignità della persona per evitare il rischio di utilizzo di tecniche sempre più opache e quello di avere persone sempre più “trasparenti”, quasi come fossero di vetro, alla stregua di archivi di informazioni, liberamente accessibili a tutti.

Solitudine digitale e capitalismo delle piattaforme

In tema di solitudine digitale, si sta assistendo allo straniamento delle persone, le quali sono spesso rinchiuse nelle loro filter bubble, vittime di un pericoloso isolamento anche intellettuale e insensibili di fronte alle manifestazioni sempre più frequenti di episodi di violenza, le quali vengono spesso e volentieri esibite sui social media, alla strenua ricerca di una discutibile ed effimera visibilità

È stata, inoltre, menzionata la criticità del capitalismo delle piattaforme, riguardante la tendenza alla remunerazione del consenso al trattamento dei dati personali, la quale vede i dati personali come merce interscambiabile con un servizio offerto.

Il Garante si sta occupando di tale spinoso tema nell’ambito dell’istruttoria sull’uso dei cookie wall da parte di molte testate giornalistiche online, la quali subordinano l’accesso ai propri contenuti alla prestazione del consenso ad attività di profilazione o, alternativamente, al pagamento di un prezzo.

Attenti alla montizzazione della privacy

Ciò rende necessario delineare un confine più netto tra economia e monetizzazione della privacy.

Particolare attenzione è stata riservata al dilagare delle fake news e delle immagini non reali, ottenute tramite l’uso di strumenti di intelligenza artificiale (deep fake), volte a distorcere la percezione della realtà e capaci di alimentare un pericoloso “meccanismo auto confermativo che fa dipendere l’attendibilità delle informazioni dalla quantità di condivisioni ottenute”.

In tal senso, il Digital Services Act introduce una importante responsabilizzazione complessiva delle piattaforme, anche sotto il profilo della trasparenza e nell’ottica di maggiore protezione dei minori, spesso protagonisti di tristi episodi di cyberbullismo, revenge porn e rischiose challenge dal tragico epilogo.

È fondamentale, quindi, prevedere dei meccanismi affidabili di age verification, ossia di adeguata verifica dell’età dei minori.

Per fare ciò, il Presidente Stanzione, ha ricordato l’avvenuta stipulazione di un protocollo d’intesa tra il Garante Privacy e l’Agcom, per la promozione di un codice di condotta volto a definire efficienti sistemi di verifica età.

Il contrasto al telemarketing illegale

Il Presidente Stanzione ha, inoltre, fatto leva sul lavoro svolto dall’Autorità al contrasto delle pratiche illegali di telemarketing (telemarketing aggressivo) con l’applicazione di pesanti sanzioni, la maggior parte delle quali riguardanti l’uso senza consenso dei dati degli abbonati.

Non a caso, infatti, il Garante ha di recente promosso un codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling. Sul fronte dei diritti dei lavoratori, invece, è stata citata la significativa sanzione del Garante per l’accesso del datore di lavoro alla e-mail dell’ex dipendente, chiarendo come il lavoratore abbia diritto di conoscere i parametri utilizzati per programmare i sistemi automatizzati di valutazione delle prestazioni.

La tutela della salute e dei dati sanitari

Il Presidente Stanzione si è quindi soffermato sul delicato tema della necessità di garantire la riservatezza nell’ambito della tutela della salute e dei dati sanitari, con riguardo all’esigenza di tutelare tutte le informazioni strettamente connesse ai dati legati “al corpo e alle sue fragilità”, nell’ottica di garantire una protezione il più possibile completa.

Conclusioni

La relazione annuale del Garante privacy per l’anno 2022 mette in luce numerose tematiche (riguardanti l’uso dei dati in guerra, la tutela dei minori online, la bioetica all’intelligenza artificiale, la regolamentazione dei poteri privati delle Big Tech e molto altro), le quali andrebbero trattate e disciplinate con attenzione, così da rendere edotti i cittadini dei pericoli derivanti dall’evoluzione digitale, tra cui rientra la patologica deriva della solitudine digitale che tale progresso comporta.

Le sfide messe sul piatto all’interno della relazione annuale del Garante privacy evidenziano i punti oscuri del moderno mondo digitale.

Sfide che sono capaci, per la loro portata, di influenzare radicalmente i comportamenti umani e che, pertanto, necessitano di essere regolamentate, così da garantire la protezione dei diritti fondamentali delle persone in quanto tali.

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