Dal 15 gennaio 2025 Elisabetta Belloni ha lasciato i vertici del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza). Ha annunciato le sue dimissioni qualche giorno prima, fugando anche ogni dubbio su futuri nuovi incarichi.
Per evitare ai nostri Servizi possibili intoppi nelle varie attività già in corso, è stato subito individuato il suo sostituto, Vittorio Rizzi, investigatore e docente di criminologia.
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Le dimissioni di Elisabetta Belloni
Elisabetta Belloni non è più a capo del DIS, Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza, ufficialmente dal 15 gennaio 2025.
La consegna della lettera di dimissioni è seguita ad alcune consultazioni con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il sottosegretario con delega ai Servizi informativi Alfredo Mantovano.
Nella conferenza stampa dello scorso 9 gennaio è stato svelato il nome del successore della Belloni, Vittorio Rizzi.
Le motivazioni
Belloni ha tenuto a sottolineare, in un’intervista al Corriere della Sera, di non aver maturato la decisione a causa delle tensioni con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e Mantovano di cui si è parlato nell’ultimo periodo, né per tutte le supposizioni sui suoi futuri possibili incarichi alla scadenza naturale del mandato, prevista a maggio 2025.
Le sue parole: “Io sono un funzionario dello Stato, faccio il mio lavoro e non è obbligatorio piacere a tutti o andare d’accordo con tutti – spiega – Purché questo non metta in discussione i risultati, come infatti non è avvenuto. Però a maggio scade il mio mandato, quando ho avvertito che già cominciavano a circolare voci sul mio futuro e soprattutto sul mio successore ho ritenuto fosse arrivato il momento di lasciare. E ne ho parlato con i miei interlocutori istituzionali, prima fra tutti la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario Mantovano. È con loro che, sin dagli inizi di dicembre, abbiamo tracciato la strada per una transizione tranquilla e senza scossoni”.
L’annuncio delle dimissioni è avvenuto mentre il governo italiano era impegnato per la liberazione della giornalista Cecilia Sala, prigioniera di Teheran dal 19 dicembre scorso e rilasciata il 12 gennaio.
Belloni ha anche smentito che non c’è “nulla di deciso” sul fatto che entri nel team di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.
Il suo percorso fino ai vertici dei Servizi
Elisabetta Belloni, prima donna a ricoprire l’incarico di capo del Dipartimento dell’Informazione per la Sicurezza, in sostituzione di Gennaro Vecchione, da maggio 2021, è stata anche la prima donna a diventare segretario generale del ministero degli Esteri, con alle spalle una carriera diplomatica negli anni ‘80 con le rappresentanze a Vienna e a Bratislava, e alla guida dell’Unità di Crisi della Farnesina tra il 2004 al 2008.
Da qui ruoli sempre più di cooperazione e innovazione: nel 2014 diventa ambasciatrice di grado e, dall’anno successivo, capo di gabinetto per il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni; dal 2016 Segretaria Generale del Ministero degli Affari Esteri, ruolo che sarà ricoperto dall’ambasciatore Ettore Sequi.
Senza dimenticare la posizione di Presidente della Repubblica prima della rielezione di Sergio Mattarella, di Presidente del Consiglio dopo la caduta del governo Draghi e di commissaria europea al posto di Raffele Fitto, quest’ultima, però, mai concretizzata per opposizione di Tajani e perplessità di Mantovano. È stata, inoltre, nominata Sherpa G7/G20 del presidente del Consiglio nel 2024.
Chi è Vittorio Rizzi
Vittorio Rizzi, la cui nomina è stata annunciata in conferenza stampa lo scorso 9 gennaio dal Presidente Meloni, che lo ha definito “funzionario dello Stato di prim’ordine” con “straordinari risultati operativi, apprezzati sia dentro che fuori i confini nazionali”, ha un trascorso professionale importante in Polizia, a capo delle squadre mobili di Venezia, Milano e Roma. E si è occupato di indagini di rilievo, come quelle sull’omicidio di Marco Biagi, assassinato dalle Nuove Brigate Rosse nel 2002, o anche sul delitto dell’Olgiata.
È stato Direttore dell’Ispettorato di Pubblica sicurezza di Palazzo Chigi, Direttore centrale della polizia anticrimine e vicedirettore dell’AISI da settembre 2024.
Classe 59 e bolognese di origine, Rizzi è investigatore e docente di criminologia a La Sapienza di Roma ed è noto per un approccio all’avanguardia nella lotta al crimine e al terrorismo che integra tecnologia avanzata alla cooperazione internazionale. Ha contribuito, infatti, all’uso di algoritmi per tracciare i flussi finanziari illeciti, dei big data nell’antimafia, di piattaforme digitali per coordinare le forze dell’ordine e del riconoscimento facciale per individuare volti criminali.
Inoltre, Rizzi ha promosso l’adozione delle silver notices per il tracciamento e il recupero di “patrimoni accumulati dalle mafie, frutto del traffico di droga, della corruzione, dell’immigrazione clandestina e della tratta di esseri umani”.
I primi passi di Rizzi a capo del DIS
All’insediamento del nuovo capo del DIS, prioritario sarà innanzitutto rafforzare il lavoro di squadra tra i vari organismi dei nostri Servizi informativi e gestire al meglio il contesto internazionale in una fase abbastanza delicata al momento, tra i vari conflitti in atto, la minaccia del terrorismo jihadista dopo l’ultimo attentato in Germania, il nuovo governo Trump e il Giubileo, tutti aspetti che richiederanno un’attenzione massima da parte dei Servizi.
Torna anche la questione della riforma dell’intelligence, la legge 124/2007, che contribuisca a rendere più agevole il lavoro delle agenzie senza il rischio di sovrapposizioni.
Sulla legge dell’intelligence, al momento siamo al disegno di legge, presentato il 22 gennaio 2024 e approvato a settembre dalla Camera dei deputati, che prevede l’ampliamento dei poteri dei Servizi del nostro Paese e un accesso ai dati più immediato da parte dei Servizi, restrizioni al diritto di manifestazione pubblica e maggiori sanzioni per quelle non autorizzate, e la possibilità di introdurre un’Autorità delegata obbligatoria deputata al controllo delle attività di Aisi, Agenzia informazioni e sicurezza interna, e Aise, Agenzia informazioni e sicurezza esterna, con poteri maggiori rispetto agli attuali, in mano al Presidente del Consiglio dei ministri.
Infine, il disegno di legge prevede anche l’istituzione di una Strategia di sicurezza nazionale con scadenza triennale, così come già operano i Paesi del G7, oltre alla creazione di un Consiglio di sicurezza nazionale, all’interno del quale si raccoglierebbero i ministri dell’Interno, della Difesa, della Giustizia e dell’Economia, il Capo di Stato Maggiore della Difesa e il direttore del DIS, per un maggiore coordinamento tra le varie figure e una confluenza delle competenze in un unico organismo. Ora la palla passa a Vittorio Rizzi.