Il MI6, o meglio Sis (servizio segreto di intelligence), ha un nuovo capo, Blaise Metreweli, la prima donna dopo 116 anni.
Ecco chi guiderà dal prossimo autunno il servizio di intelligence estero del Regno Unito, che raccoglie informazioni e collabora con partner internazionali “per proteggere gli interessi, i valori e la sicurezza del Regno Unito all’estero ed ottenere vantaggi economici, diplomatici e tecnologici per il governo di Sua Maestà (Hmg)”.
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Blaise Metreweli a capo del MI6: una nomina storica
Qurantasettenne attuale direttrice della divisione per la tecnologia e l’innovazione, conosciuta come divisione Q, Metreweli è agente con 25 anni di esperienza nello spionaggio, laureata all’Università di Cambridge in Antropologia e con competenze in tecnologie all’avanguardia.
Unica ad essere stata rivelata al pubblico, dopo la “storica nomina”, come l’ha definita il Primo ministro britannico Keir Starmer nel suo annuncio durante il G7 in Canada, ha espresso orgoglio per il suo nuovo incarico alla guida del MI6.
Starmer ha sottolineato che finora “il lavoro dei nostri servizi segreti non è mai stato così vitale. Il Regno Unito sta affrontando minacce di portata senza precedenti, che si tratti di aggressori che inviano le loro navi spia nelle nostre acque o di hacker i cui sofisticati piani informatici cercano di interrompere i nostri servizi pubblici“.
Nell’assumere la carica di direttrice del MI6, Blaise Metreweli prenderà il nome in codice di C, che viene assegnato ad ogni capo in carica in onore del fondatore dell’agenzia Mansfield Cumming.
Blaise Metreweli, la candidata ideale per il MI6
D’accordo con il primo ministro anche Richard Moore, predecessore della Metreweli, che ha dichiarato di non aver mai visto “il mondo in uno stato più pericoloso di questo”, facendo riferimento alla rinascita dell’Isis, al rafforzamento della Cina e all’instabilità che i vari conflitti in corso, quello russo-ucraino e quello mediorientale in particolare, stanno provocando al mondo attuale.
Moore ha mostrato grande consenso riguardo alla nomina di Metreweli come nuovo capo del MI6, in quanto la considera “un’agente dei servizi segreti e una leader di grande successo, nonché una delle nostre principali esperte di tecnologia”.
Secondo Moore sarà importante per il nuovo capo occuparsi di riallacciare i rapporti con la CIA, che sembra essere un po’ cambiata dall’elezione come presidente degli USA di Donald Trump.
Secondo il ministro degli esteri David Lammy, che supervisiona l’MI6, Blaise Metreweli è “la candidata ideale per affrontare l’instabilità globale e le minacce emergenti”.
I servizi segreti britannici
L’intelligence britannica è composta da dieci diverse agenzie suddivise a loro volta in quattro branche, coordinate dal JIC, Joint Intelligence Committee, e affidate all’autorità del Primo ministro, affiancato dal direttore dell’intelligence nazionale.
I servizi dell’intelligence britannica si classificano per attività funzionali o per area di competenza, con distinzione tra sicurezza interna e sicurezza esterna.
In merito alle agenzie che si occupano della sicurezza interna del Paese, si distinguono:
- il National Fraud Intelligence Bureau, specializzato nella lotta al crimine finanziario;
- National Ballistics Intelligence Service che controlla le armi da fuoco illegali;
- la National Crime Agency, specializzata in analisi e raccolta informazioni sulle reti criminali;
- la National Domestic Extremism and Disorder Intelligence Unit, dedicata al contrasto all’estremismo;
- l’Office for Security and Counter-Terrorism, per il contrasto al terrorismo.
Tutte queste divisioni sono presiedute dal MI5, Military Intelligence Section 5, il servizio di sicurezza per eccellenza, che si occupa di prevenire tutto ciò che può rappresentare una minaccia per il sistema Paese.
Il ruolo del MI6
Il MI6, Military Intelligence Section 6, è, invece, il servizio di sicurezza esterno, che opera al di là dei confini nazionali insieme alla Defence Intelligence (DI) ed è autorizzato a seguire esclusivamente operazioni estere.
Infine, il General Communication Head Quarter (Gchq) che opera in ambito tecnologico e informativo, “prototipo di una moderna struttura di signal intelligence”, istituito nel 1946 ed è “l’erede dell’apparato di ‘Ultra’ che a Bletchley Park violò le chiavi delle comunicazioni naziste”.
Le altre donne dell’intelligence: non solo il MI6 nomina Blaise Metreweli
Dalla fondazione del MI6 del 1909, Blaise Metreweli è la prima donna al vertice, ma non la prima in assoluto nel Regno Unito. Infatti, Dame Stella Rimington ed Eliza Manningham-Buller hanno diretto il MI5 rispettivamente dal 1992 al 1996 e dal 2002 al 2007 e Anne Keast-Butler è stata capo dell’intelligence elettronica e informatica Gchq nel 2023.
Senza dimenticare che con Moore al vertice del MI6, tre dei quattro direttori da lui nominati sono donne.
In Italia, Elisabetta Belloni è stata la prima donna al vertice del DIS, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, dal 2021 al 2025 e se ci spostiamo oltreoceano, dal 2018 al 2021 è stata Gina Haspel a guidare la CIA negli Stati Uniti.
Le donne nella storia dell’intelligence
Più indietro nel tempo, meritano di essere menzionate personalità come Constance Babington Smith, che durante la Seconda Guerra Mondiale lavorò alla Central Interpretation Unit, che si occupava di esaminare le foto scattate dagli aerei inglesi sul territorio nemico, Josephine Baker, che nel 1937 rinunciò alla cittadinanza americana per ottenere quella francese che le permettesse di ospitare nella sua compagnia componenti della resistenza e recapitare dispacci scritti con l’inchiostro simpatico sugli spartiti musicali, e la celebre Julia Child che, mentre scriveva volumi di ricette di cucina, operò in segreto per l’Office of Strategic Services, OSS, da cui nacque la CIA, realizzando una sostanza repellente per gli squali per sabotare gli U-Boote nazisti nelle operazioni subacquee.
E poi quella che l’archivista del Kgb Vassili Mitrokhin ha definito “la migliore spia di Mosca nel Regno Unito per 40 anni”, la cosiddetta “nonna spia”, nome in codice “Hola”, Melita Norwood, ex agente del Kkb, che viveva nella periferia londinese e che ha lavorato a Tube Alloys, nome in codice del programma di ricerca inglese sulla bomba atomica