Il Garante privacy non si ferma nella sua azione contro il telemarketing selvaggio. È di pochi giorni fa la notizia della confisca delle banche dati di alcuni call center che svolgevano, violando le normative sulla privacy e sulla raccolta del consenso, attività di telemarketing nel veronese e in Toscana.
Oggi è stata invece comunicata l’adozione di un nuovo pacchetto di provvedimenti correttivi e sanzionatori da parte dell’Autorità. Questi provvedimenti, scaturiti da diverse indagini di rilievo, hanno colpito alcune importanti società attive nel settore telefonico ed energetico: Tim, Green Network e Sorgenia.
Telemarketing aggressivo: la controffensiva del Garante, in attesa del codice di condotta
Indice degli argomenti
Fermare il “sottobosco” del telemarketing illecito
L’obiettivo principale di queste nuove disposizioni è fermare la proliferazione di quello che il Garante ha definito “sottobosco” del telemarketing illecito, nella sua azione all’interno del patrimonio informativo e commerciale delle società italiane.
La sanzione a Tim per mancata sorveglianza sui call center
A Tim è stata contestata la mancanza di una sorveglianza adeguata su alcuni call center abusivi di cui si servirebbe, non appartenenti alla sua rete ufficiale.
Inoltre, sono stati evidenziati altri aspetti critici, come problemi relativi al trattamento delle richieste di esercizio dei diritti degli interessati, che avrebbero incontrato una risposta inadeguata, e la pubblicazione di dati personali nei pubblici elenchi telefonici senza il consenso degli interessati.
La società è stata quindi sanzionata con una multa di 7.631.175 euro.
Nel provvedimento relativo a Tim, tuttavia, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha riconosciuto alcuni miglioramenti compiuti dalla società rispetto a precedenti interventi nei suoi confronti. Questo, sostiene il Garante, potrebbe essere considerato come un segnale di buona volontà da parte delle grandi imprese.
L’Autorità ribadisce tuttavia la necessità di compiere ulteriori passi verso l’eradicazione di questa pratica che danneggia gli operatori e crea disagio ai cittadini.
Settore energetico: le sanzioni a Green Network e Sorgenia
Oltre alle operazioni portate avanti nei confronti di Tim, il Garante ha colpito anche il settore energetico: Green Network e Sorgenia, infatti, sono state anch’esse interessate da sanzioni, che ammontano rispettivamente a 237.800 e 676.956 euro.
L’accusa nei confronti delle due compagnie energetiche è quella di non aver adottato misure adeguate volte a garantire la tracciabilità di tutte le operazioni svolte sulle piattaforme di caricamento delle proposte contrattuali, oltre a non aver dimostrato una piena consapevolezza di tutti i trattamenti effettuati nel contesto del telemarketing.
Il Garante ha sottolineato più volte che senza un controllo adeguato da parte delle aziende committenti, i call center illegali continueranno a operare in violazione delle norme fiscali, del diritto del lavoro e della protezione dei dati personali.
Queste sanzioni mirano quindi a “interrompere il flusso di remunerazione che permette la sopravvivenza e la diffusione di tali pratiche illecite”.
L’impatto delle sanzioni sulle compagnie interessate
Ma i provvedimenti hanno anche un impatto sulle compagnie interessate, che devono affrontare non solo le conseguenze in termini economici, ma anche le implicazioni sul loro rapporto con i consumatori.
Queste società si trovano a dover rivedere le proprie politiche e procedure per garantire il rispetto delle norme sulla protezione dei dati, e ad adoperarsi per riconquistare la fiducia dei clienti, dimostrando un impegno reale nel rispetto delle norme sulla privacy.
L’azione del Garante privacy a difesa dei cittadini
Dal punto di vista dei consumatori, i provvedimenti intrapresi dal Garante hanno dimostrato l’impegno dell’Autorità nel proteggere la privacy dei cittadini e nel garantire un ambiente commerciale più etico.
Inoltre, notizie di questo tipo potrebbero anche contribuire ad aumentare la consapevolezza dei consumatori riguardo ai propri diritti in materia di privacy.
Il Garante dà anche ai cittadini la possibilità di presentare segnalazioni per il trattamento illegittimo dei loro dati personali: ciò permetterebbe ai consumatori di tutelare i propri diritti e contribuire a individuare e denunciare le società coinvolte in pratiche di telemarketing illegale.
Un’azione deterrente nel settore del telemarketing
Le nuove sanzioni del Garante per la privacy potrebbero avere inoltre un effetto deterrente nel settore del telemarketing, spingendo le società che vi operano a rivedere le proprie pratiche e adottare misure più rigorose per garantire il rispetto delle norme sulla protezione dei dati personali.
Come già accennato, in data 6 giugno, il Garante aveva pubblicato un altro comunicato stampa, afferente alle attività di telemarketing selvaggio condotte da diversi call center.
Da quanto si legge nel comunicato, i Finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, in collaborazione con i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona, avrebbero condotto una vasta operazione “finalizzata a notificare alcuni provvedimenti adottati dal Garante e, soprattutto, a confiscare le banche dati in uso ad alcune società che svolgevano attività illecite nel campo del telemarketing illegale”.
Secondo quanto riportato, si sarebbe trattato del primo caso di confisca di banche dati utilizzate da call center.
Anche in questo caso, alle società coinvolte, ovvero Mas S.r.l., Mas S.r.l.s., Sesta Impresa S.r.l. e Arnia Società Cooperativa, sono state comminate sanzioni pecuniarie dai 200.000 agli 800.000 euro.
Il GPDP ha sottolineato come la disposizione di confisca abbia rappresentato un “ulteriore innalzamento della strategia di contrasto da parte dell’Autorità”, la quale collabora attivamente con gli operatori del settore al fine di ottenere l’approvazione definitiva di un codice di condotta, senza tuttavia ridurre la propria attività di controllo e repressione del telemarketing illegale.
Il Garante ha disposto la confisca dei supporti informatici e cartacei contenenti le liste di anagrafiche illecitamente acquisite dalle società attraverso il Provvedimento del 13 aprile 2023, il quale avrebbe rappresentato un passo molto importante verso una più efficace attività di contrasto al telemarketing illecito e di salvaguardia del consumatore.
L’operazione di confisca dimostrerebbe, inoltre, il buon andamento del partenariato tra il Garante e la Guardia di Finanza, regolato dal Protocollo d’intesa rinnovato dalle due autorità nel 2021.
Il Protocollo ha l’obiettivo di migliorare l’efficacia delle attività di vigilanza sul rispetto delle norme che disciplinano la tutela dei dati personali. Inoltre, ha lo scopo di potenziare le linee di presidio della legalità nel mercato dei beni e dei servizi, a tutela di tutti i cittadini, anche in ragione della potenziale vulnerabilità dei dati personali e sensibili, nel caso in cui questi non venissero trattati secondo le vigenti disposizioni.
Colpito il sistema dei call center illegali
Con le recenti sanzioni disposte nei confronti di Tim, Green Network e Sorgenia, il Garante ha voluto colpire nuovamente quello che viene definito come il sistema dei call center illegali.
Per porre fine al fenomeno, è quindi necessario intervenire con misure specifiche atte a garantire la correttezza e la legittimità dei trattamenti di dati svolti in tutta la “filiera” del telemarketing.
In linea con quanto affermato, nel marzo 2023 il GPDP ha approvato il Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling, promosso da associazioni di committenti, call center, teleseller, list provider e associazioni di consumatori.
Secondo quanto riportato dall’Autorità, il Codice acquisterà efficacia una volta conclusa la fase di accreditamento dell’Organismo di monitoraggio, atto a verificare l’osservanza delle norme da parte degli aderenti, e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
L’adozione definitiva del Codice di condotta rappresenterebbe un passaggio fondamentale nel contrasto al fenomeno: in particolare, l’ampia adesione da parte dei principali operatori del settore dimostrerebbe l’interesse diffuso nell’implementare principi e misure a tutela del consumatore.
Le reazioni della società civile e della politica
Le associazioni dei consumatori, tra cui il Codacons, avevano accolto positivamente la decisione del Garante di approvare il Codice di Condotta.
Tuttavia, in merito alle ultime sanzioni comminate, il Codacons avrebbe sottolineato la necessità di introdurre meccanismi di indennizzo automatici a favore degli utenti i quali, pur essendo iscritti al Registro Pubblico delle Opposizioni, continuerebbero a ricevere telefonate indesiderate.
Al fine di incrementare ancora di più l’efficacia delle attività di contrasto al telemarketing irregolare, il Codacons ritiene perciò necessario implementare strumenti che vincolino call center e operatori a risarcire i cittadini i cui dati siano stati utilizzati illegalmente.
Anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si sarebbe pronunciato in materia, esprimendo il suo sostegno nei confronti dei provvedimenti correttivi e sanzionatori adottati dal Garante.
Nell’auspicio di un costruttivo confronto tra il GPDP e l’AGCOM, Urso ha dichiarato: “Mi aspetto che si intervenga sempre più efficacemente, non è più tollerabile che questo strumento venga aggirato in maniera sistematica da alcuni operatori. Ritengo doveroso che si intervenga anche con ulteriori misure di carattere tecnico e normativo maggiormente restrittive, a contrasto delle attività illecite, affinché gli abusi nel settore del Telemarketing vengano sanzionati e stroncati. Servono regole chiare e determinazione nella lotta a chi agisce al di fuori del perimetro normativo”.
Conclusioni
Con le recenti disposizioni, il Garante ha evidenziato la necessità di compiere ulteriori passi verso l’eliminazione del telemarketing illecito, ribadendo l’importanza che le società telefoniche ed energetiche rafforzino i propri controlli e le proprie politiche interne per garantire la piena conformità alle normative sulla privacy.
Sottolineando, inoltre, la necessità di una maggiore collaborazione tra le autorità di regolamentazione, le società e i consumatori per contrastare efficacemente il telemarketing illegale, garantendo un ambiente commerciale più trasparente e rispettoso dei diritti dei consumatori.