La frode

Vita da “Money mule”: il reato che ci rende complici dei cyber criminali

La polizia europea combatte e blocca il riciclo illecito di denaro rinveniente per la maggior parte da frodi informatiche e gestito attraverso la collaborazione, volontaria o inconsapevole, di terze persone che prestano la propria identità. Ecco come si può diventare, a volte inconsapevolmente, money mules complici criminali e si è perseguiti dalla polizia, come dimostra un’operazione comunicata in questi giorni

Pubblicato il 07 Dic 2022

Dario Fadda

Research Infosec, fondatore Insicurezzadigitale.com

money mule polizia

Lavorare come “muli” del cyber crime è un reato che molti possono compiere anche inconsapevolmente; ma la polizia è sempre più intenzionata a colpire con fermezza.

Sono stati appena infatti identificati in Italia 653 money mules con un giro d’affari che avrebbero generato di oltre cinque milioni di euro: così si è conclusa pochi giorni fa l’ultima edizione di una delle più impattanti operazioni di polizia delle comunicazioni internazionale, EMMA (European Money Mule Action) atta a combattere e prevenire frodi di riciclaggio di denaro, rinveniente in grande misura da frodi informatiche.

Cos'è il "Money muling"

Cos'è il "Money muling"

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Analizziamo come opera il money mule e come ci si può ritrovare complici di un’organizzazione fraudolenta, magari pensando di svolgere un lavoro onesto.

Cosa significa essere un money mule?

Un “Money Mule” è una persona che fornisce volontariamente i propri dati, spesso con la promessa di guadagni facili, ritrovandosi così a partecipare ad uno schema di frode con offerte economiche corrispondenti in cambio. Spesso sono persone consapevoli di infrangere la legge. Tuttavia, non ci sono prove che siano a conoscenza di tutte le conseguenze e addirittura altre volte, il meccanismo viene offerto come un regolare lavoro retribuito, approfittando quindi dell’ingenuità di una persona inconsapevole.

Il compito fondamentale dei “money mules” è che essi stessi aprano un conto in banca e poi diano accesso e pieno controllo ai criminali (dietro la frode vera e propria). In alcuni casi queste persone corrispondono con i truffatori stessi, che aprono i conti con i loro dati. Entrambi i modi consentono loro di compiere successivamente varie appropriazioni finanziarie indebite, come il riciclaggio di denaro, spesso derivante da attività informatiche fraudolente ma anche mercato illecito di droghe e traffico di esseri umani.

Così quindi, il money muling è l’azione di ricevere denaro da una terza parte su un conto bancario o qualsiasi altro servizio di pagamento, personale già esistente o creato appositamente, e trasferirlo a un’altra terza parte. I money mule possono anche prelevare fondi in contanti per inviarli ad altri o convertirli in criptovalute per trasferirli su un altro portafoglio crittografico.

Il concetto fondamentale di questa attività è che i money mule aiutano, consapevolmente o inconsapevolmente, i membri della criminalità organizzata a nascondere la propria identità alle autorità, diventando quindi potenzialmente complici di reati commessi per ottenere il denaro trasferito.

L’ottava edizione dell’operazione EMMA

Ma è un crimine che è punito severamente.

L’ultima operazione ha appunto identificato 1340 transazioni fraudolente, sul nostro territorio, e 653 prestatori di identità, appunto money mules, che avrebbero transato 5,3 milioni di euro di profitti illeciti. Questi i numeri dell’ottava edizione dell’operazione European money mule action, cooperata dalla Polizia di Stato italiana e le autorità corrispettive di 24 paesi nel mondo, con l’attiva collaborazione di banche, Europol, Interpol ed Eurojust. In Italia è stata attivamente supportata anche da ABI (Associazione bancaria italiana) e CertFin.

L’operazione EMMA va avanti di anno in anno dal 2016, facendo emergere sempre dettagli nuovi a queste tecnica criminale ormai consolidata. È il caso del reclutamento dei money mules che, come abbiamo visto spesso alcuni individui vengono attirati con la promessa di guadagni finanziari o ricevono una commissione per il loro servizio. In altri casi, sono motivati ​​dalla fiducia o sono adescati tramite truffe online. Altri forniscono supporto perché credono di avere una relazione romantica con il terzo individuo che chiede aiuto, normalmente mai visto e conosciuto prima.

Le più comuni sollecitazioni di money mule sono mascherate da opportunità di “lavoro da casa”.

Questi annunci spesso si rivolgono a persone ignare che sono interessate alla convenienza e alla flessibilità di questi tipi di lavoro. Poiché ci sono aziende che offrono legittimamente opportunità di lavorare da casa, gli utenti potrebbero non riconoscere le offerte dannose.

Davide Belloni, Responsabile dell’Ufficio Cybersecurity & Fraud Management – Bsecurity di BPER Banca, ha dichiarato che: “aderire a iniziative così importanti ci permette di contribuire alla sensibilizzazione su un tema essenziale che è quello della sicurezza informatica, con l’obiettivo di aumentare il livello di consapevolezza dei clienti sui possibili pericoli di frode e di sensibilizzarli ad un uso sicuro dei canali e degli strumenti digitali. Come Banca ci siamo sempre impegnati nel comunicare quanto più possibile come difendersi dalle truffe, riconoscendo determinati atteggiamenti sospetti. EMMA dà un grande contributo e siamo fieri di promuovere ancora una volta una campagna di grande utilità e valore”.

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