Il CISO (Chief Information Security Officer), ossia il responsabile per la sicurezza delle informazioni in grado di definire la giusta strategia di protezione degli asset aziendali e mitigare tutti i possibili rischi informatici, deve valutare la maturità organizzativa e riportare punti deboli ai superiori, ma a chi esattamente?
La risposta determina l’efficacia della strategia di sicurezza e l’accesso ai budget necessari.
Il top management – CEO, CFO, CTO, COO – elabora piani strategici a 3-5-10 anni concordati con il Board of Directors, che rappresenta investitori ed azionisti in attesa di ottenere ritorni economici.
I livelli quadro partecipano alle strategie di area ma elaborano piani tattici a 6-12 mesi, mentre gli impiegati eseguono piani operazionali immediati.
Questa gerarchia determina due elementi: l’ampiezza del respiro decisionale e il livello di decisione sul budget.
Il CEO si chiama “amministratore delegato” perché il Board gli delega l’esecuzione strategica, e risponde personalmente di successi e insuccessi, delegando a sua volta ai top manager l’esecuzione nelle rispettive aree.
Indice degli argomenti
Decifrare l’organigramma: oltre i titoli, le decisioni
Utile, quindi, fornire ai professionisti la mappa organizzativa essenziale per posizionarsi strategicamente nella governance aziendale e ottenere il supporto necessario per proteggere efficacemente l’organizzazione[1].
Il top management: architetti della strategia
Il CEO e i suoi riporti diretti – CFO, CTO, COO – costituiscono il top management, variamente denominato “alta direzione”, executives, C-suite, C-level, senior management, SLT (Senior Leadership Team) o CLT (Country Leadership Team) per filiali nazionali di multinazionali.
Questo livello elabora piani strategici, impostando obiettivi a 3-5-10 anni per soddisfare la strategia concordata con il Consiglio di Amministrazione.
Per il CISO, comprendere questa dinamica è essenziale per allineare la strategia di sicurezza agli obiettivi di lungo termine.
I C-level specializzati per contesto
CTO (Chief Technical Officer): presente in organizzazioni con core-business tecnico o tecnologico come fabbriche automobilistiche o software-house. Responsabile della strategia tecnologica, supervisiona sviluppo e implementazione delle tecnologie, innovazione e allineamento con strategie di business.
CRO (Chief Risk Officer): comune nel settore finanziario e assicurativo, responsabile della gestione dei rischi organizzativi, concentrandosi su valutazione, mitigazione e gestione dei rischi operativi, finanziari e di conformità.
CSO (Chief Security Officer): quando la sicurezza fa parte del core-business, come organizzazioni che forniscono servizi di sicurezza. Responsabile di tutte le scelte strategiche di sicurezza: fisica, cyber e workplace safety.
L’alfabeto dei C-level contestuali
Altri acronimi variano per contesto: CMO (Chief Marketing Officer o Chief Medical Officer in sanità), CDO (Chief Data Officer per big data o Chief Digital Officer per trasformazioni digitali), fino a Innovation, Knowledge, Diversity, Sustainability – tutte materie che portando vantaggio strategico necessitano di figure ad alto livello per decisioni impattanti.
La gerarchia operativa: dallo strategico all’esecutivo
Livelli quadro e dirigenziali
Sotto il top management operano ruoli con livello contrattuale quadro o dirigenziale. Se dirigenti, possono essere considerati top manager, ma i livelli superiori diventano ExCo (Executive Committee). Sono distinzioni importanti non per aspirazioni di carriera o potere feudale, ma per motivi pratici essenziali al CISO.
I tre livelli decisionali
Livello strategico: CEO e top manager elaborano piani strategici a 3-5-10 anni per soddisfare strategie concordate con il Board.
Livello tattico: livelli quadro partecipano alle strategie di area ma elaborano piani tattici a 6-12 mesi, traducendo visione strategica in obiettivi operativi.
Livello operativo: impiegati eseguono piani operazionali immediati orientati al successo dei piani tattici, implementando concretamente le decisioni superiori.
Il Board of Directors: l’ultimo anello della catena
Il Consiglio di Amministrazione (Board, CdA, BoD) rappresenta investitori e azionisti che hanno investito denaro aspettando ritorno economico. Per il CISO, la relazione con il Board è questione di crescente importanza: la sicurezza informatica sta diventando tema di governance, non più solo operativo.
Il CEO in italiano si chiama “amministratore delegato” proprio perché il Board gli delega l’esecuzione delle strategie organizzative. Risponde personalmente sia del successo che dell’insuccesso del piano d’azione, creando una catena di responsabilità che si estende fino al CISO.
CISO: due motivi pratici per mappare la governance aziendale
Identificare l’ampiezza del respiro decisionale
Comprendere chi decide cosa e con quale orizzonte temporale permette al CISO di:
- Allineare proposte di sicurezza agli orizzonti decisionali appropriati
- Presentare progetti strategici al top management, tattici ai quadri, operativi agli impiegati
- Evitare di proporre piani quinquennali a chi decide mensalmente
Identificare il livello di decisione sul budget
La decisione sul budget si colloca necessariamente a livello dirigenziale. Il CEO incarica i top manager dell’esecuzione delle strategie per le rispettive aree, che a loro volta incaricano i funzionari dell’esecuzione dei progetti specifici.
Senza comprendere questa catena, il CISO rischia di chiedere budget al livello sbagliato, ottenendo rifiuti per incompetenza decisionale invece che per mancanza di fondi.
Strategie di posizionamento per il CISO
La posizione del CISO nell’organigramma determina l’accesso alle decisioni strategiche e ai budget. Riportare direttamente al CEO offre massima visibilità ma richiede competenze manageriali elevate. Riportare al CTO, CRO o CSO può offrire maggiore supporto tecnico ma potenziale isolamento dalle decisioni business.
Indipendentemente dal reporting diretto, il CISO deve costruire alleanze trasversali, cioè relazioni con tutti i livelli decisionali per:
- Ottenere supporto per iniziative di sicurezza
- Comprendere priorità business di ciascuna area
- Identificare opportunità di allineamento strategico
Verso una governance integrata della sicurezza
La comprensione della governance aziendale non è esercizio accademico ma necessità operativa per ogni CISO che voglia trasformare la sicurezza da costo a investimento strategico.
Solo mappando correttamente i livelli decisionali e i loro orizzonti temporali sarà possibile ottenere il supporto necessario per proteggere efficacemente l’organizzazione, trasformando la cyber security da funzione tecnica a vantaggio competitivo riconosciuto dal Board.
[1] Per approfondire le strategie di posizionamento organizzativo, le tecniche di comunicazione con diversi livelli decisionali e i metodi per ottenere budget e consensus, il “Manuale CISO Security Manager” dedica ampio spazio alla navigazione della governance aziendale e al relationship management strategico.












